Kikstart 2, il significato del divertimento
Ciao amici di Commodoreblog, oggi con Kikstart 2 andiamo a riscoprire un titolo “minore” per il nostro biscottone. Preparate guanti e casco, ma anche gli strumenti per progettare. La DeLorean è pronta per partire verso fantastiche piste da motocross, rigorosamente ad otto bit.
Kikstart 2, un gran gioco in un anno incredibile
Eccoci atterrare nel 1987, anno sfavillante per noi pischelli amanti dei videogiochi. The Last Ninja ci stava mandando via di testa, mentre California Games ci portava a vivere estati da sballo sulla coste del Pacifico. In sala giochi Black Tiger e Bionic Commando spopolavano, anche se i mattatori arcade di quell’anno furono Shinobi e Wonder Boy in Monster Land.
Noi della banda di Borgo San Paolo eravamo in palla col nostro amato biscottone, alla ricerca del titolo più o meno conosciuto. La cosa veramente bella del Commodore 64 era che tutti ci realizzavano sopra dei giochi, perciò avevi il titolone super famoso della Big Software House, come il titolo sconosciuto di qualche casa minore. Tra queste ultime non si può non menzionare la leggendaria Mastertronic.
Mastertronic, la piccola che si fece grande
Praticamente qualsiasi possessore di Commodore 64 ha avuto almeno una cassetta della Mastertronic. Fondata nel 1983 da Martin Alper, Frank Herman, Terry Medway e Alan Sharam, divenne presto il punto di riferimento dei giochi a basso costo. Questo grande successo successo fu ottenuto vendendo, in Inghilterra, software su cassette a meno di due sterline. I loro giochi economici erano reperibili quasi ovunque, e ciò permise alla software house di dare vita alla Mastertronic Added Dimension (MAD). Grazie a questa neonata etichetta riuscirono a vendere giochi a un prezzo leggermente più alto, esattamente a 2,99 sterle.
Purtroppo nel 1987 questo mercato “budget” iniziò a collassare: per capirci un gioco, nel 1986, vendeva 50.000 copie, ma solo 15.000 nel 1988. Questo fu dovuto dalla presenza di più concorrenti in queste fasce di prezzo, con molti Big che iniziarono a vendere il proprio prodotto, precedentemente a prezzo pieno, al prezzo più basso.
Kikstart 2, la genesi
Il titolo in questione parte da solide basi, ovvero il primo capitolo, uscito nel 1985, che ebbe un impatto molto buono sul mercato. L’idea era di sfidare il crono, o un avversario, su alcune piste di motocross con vista laterale, mentre la particolarità era l’esistenza di una versione dedicata C128.
La ricezione sul mercato, a dispetto del gameplay acerbo, convinse i ragazzi di Magnetic Fields di riprendere in mano il codice e perfezionarlo. Ed ecco arrivare sul mercato, due anni dopo, questo Kikstart 2. Il succo del discorso non cambia, ovvero controllare una moto da cross usando accelerazione, frenata, saltando e impennando, il tutto per evitare un numero impressionante di ostacoli. Ma qui le cose furono fatte per bene!
Un gioco coi fiocchi
La dinamica è sempre la stessa ma il controllo della moto è migliorato moltissimo. Mentre il primo era snervante questo è dannatamente divertente. Dopo la schermata di presentazioni avremo a che fare con molte opzioni. Ora potremo cimentarci in 5 gare (prima erano 3) dove dovremo strappare il tempo migliore, stavolta avendo anche la moto avversaria comandata dal CPU sulla metà inferiore dello schermo.
Ebbene si, questa volta lo split screen è stato sfruttato a dovere sempre, non solo nelle partite a due giocatori. Le due moto si cimentano sulla stessa pista, ma gestite come fossero in due sessioni differenti: in questo modo non si incontrerà mai la moto avversaria sul proprio cammino. Ogni ostacolo ha un suo modo di essere superato, come ad esempio staccionate e travi di legno si potranno attraversare al meglio solo andando piano.
I riflessi sono basilari per impostare una strategia di gara valida, qui non serve andare solo a tutto gas. Dopo un salto si deve atterrare correttamente: farlo sulla ruota anteriore rappresenterebbe una caduta sicura.Anche le buche vanno saltate ad hoc, mentre l’impennata, oltre per fare i tamarri, serve per superare piccoli ostacoli o dislivelli.
Alcune delle 24 piste sono innevate o ambientate in notturna, ma questa è solo un vezzo estetico, seppur bellissimo. In caso di errore, il nostro biker farà un bel volo a terra, facendoci perdere tempo prezioso.
Kikstart 2, diabolicamente in due
Le altre funzioni del menù ci danno la possibilità di consultare gli high score, modificare i nomi dei giocatori e poi le due opzioni che rendono il gioco un capolavoro: la modalità a due giocatori e l’editor di piste. Il gioco a due è da sempre la modalità imperiale: seduti a fianco all’amico – nemico di turno, davanti al mitico TV, ci si cimentava in sfide al decimo di secondo, e ci si trasformava in animali selvaggi.
Le piccole scorrettezze si sprecavano, come cercare il disturbo costante dell’avversario per fagli commettere un errore. Vedere di essere più avanti o più indietro scatenava reazioni assurde, e a fine gara si poteva assistere all’immancabile momento della bestemmia sovrana.
L’editor era quel qualcosa in più che rendeva il gioco infinito. Si potevano modificare o rifare da zero le piste presenti nel gioco, per poi salvarne il set o su cassetta o su disco. L’editor in se richiedeva un minimo di pratica, utilizzando molto la tastiera per inserire e dimensionare tutto, ma era una soddisfazione. Ci si preparava, a turno, le piste più infami per poi proporle agli amici in interi pomeriggi di sfida.
Riflessioni del Biker
Maledetto Anziano… Lui che mi manda le foto delle cassette che sta trovando per il nostro amato biscottone e mi fa trasalire, portandomi indietro nel tempo. Sta tirando su una bella collezione di nastri, quasi tutti funzionanti. Ma vedere Kikstart 2 è stato un tuffo al cuore. Era il 1987 quando nel salone di Adrysoft in Via Polonghera ci si sfidava in pomeriggi interi. Una volta le mie piste, una volta le sue… e il calendario prendeva magicamente vita!
E’ fantastico pensare come una cassettina, di una serie super economica, potesse regalarci ore ed ore di sano divertimento. Era incredibile come ci trovassimo a sognare davanti a quella piccola copertina, a quella schermata di presentazione, frementi dalla voglia di sfidarci. Era la magia degli anni ottanta, quando con pochi soldi sudati ci si trovava in compagnia a cementare amicizie vive ancor’oggi. Non ti ringrazieremo mai abbastanza, caro Commodore 64.
Mic the Biker vi saluta e vi consiglia qualche articolo interessante dal nostro blog. Alla prossima!