I miei primi 40 anni: auguri C64

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Ciao amici lettori, il C64 compie 40 anni. Il computer più venduto di tutti taglia questo prestigioso traguardo, e lo fa non come un ricordo sbiadito, ma come un arcobaleno a 16 colori che non smette mai di stupirci.

C64, 40 anni e non sentirli

Era il mese di gennaio del 1982 quando, all’International Consumer Electronics Show, viene annunciato questo nuovo Home Computer e ne viene mostrato un prototipo. Pochi mesi dopo, precisamente a giugno, fu presentato ufficialmente al mondo intero in quel di Chicago, anche se la leggenda vuole che la vera anteprima fu in Giappone pochi giorni prima. In quel periodo nessuno avrebbe mai immaginato cosa sarebbe diventato quel simpatico computer dal colore “biscottato”.

Nel mese di Agosto del 1982 partì la vendita negli States, alla cifra di 595 dollari. Per mantenere bassi i costi, inizialmente mantennero la scocca del Vic20, ma poco dopo ne cambiarono soltanto il colore. Nel mese di settembre viene mostrato allo SMAU di Milano, rigorosamente sotto teca, e messo in vendita nel marzo del 1983 alla cifra iniziale di 973.500 Lire, prezzo destinato a scendere poco dopo facendo letteralmente esplodere anche qui le vendite del computer.

40 anni

L’asso nella manica, già 40 anni fa

Abbiamo parlato del prezzo aggressivo della macchina in questione, ma per il sottoscritto il vero asso nella manica fu quello di renderlo disponibile praticamente ovunque. Il Commodore 64 si svincolava dal concetto tipico di “Computer domestico” acquistabile solo nei negozi specializzati. I responsabili del Marketing ebbero l’intuizione di venderlo anche nei grandi magazzini, nei negozi di giocattoli e nei moltissimi store di audio video presenti sul territorio in quegli anni.

Morale della favola, questa splendida macchina divenne leggenda: Wikipedia riporta le testuali parole “Il Commodore 64 è il computer più venduto al mondo, record certificato anche dal Guinness dei primati”. I numeri sono da capogiro, avvolti da una sorta di alone mistico tipico dei racconti orali di un tempo: si stima che nel mondo ne siano stati venduti tra i 12,5 e i 30 milioni di esemplari. Eh le leggende, anche se non ne avrebbero bisogno spingono le persone a voler aumentare, quasi a rendere ancor più grande il loro valore.

Basandosi sui numeri di serie conosciuti, il numero minimo di unità fabbricate sarebbe 15,79 milioni, o più probabilmente 19,27 milioni. Anche qui, i dati ne accrescono l’aura, perché si parla di “numero minimo”, niente e nessuno smentisce il dato relativo ai 30 milioni di esemplari, venduti in un lasso di tempo di undici anni. Ma in fondo ci piace sia così, visto che molti di noi hanno contribuito a scrivere questo record.

Quel volpone di Jack Tramiel

40 anni

Il buon Jack Tramiel era una vecchia volpe. Fu lui che, a progetto in corso, cambiò la destinazione d’uso da console a personal computer. Egli voleva creare una macchina con ben 64kb di ram, che era il doppio di quella presente nella maggior parte dei computer del periodo. Tramiel sapeva che i prezzi della DRAM stavano crollando e che di li a breve sarebbe stato possibile una produzione di massa a prezzi abbordabili. Senza contare che l’intero progetto nacque seguendo il concetto di integrazione verticale, ovvero la catena di approvvigionamento di un’azienda è integrata e di proprietà di quella società. Tradotto in soldoni, ad un prezzo al dettaglio di 595 dollari, corrispondeva un costi di produzione di soli 135 dollari.

Cosa c’è dentro quella meraviglia

Come quasi tutti sanno il cuore del biscottone è il MOS Technology 6510, con 64 kB di DRAM e 20 kB di ROM con il KERNAL e con interprete BASIC in versione 2.0. Grafica e suono avevano due chip dedicati, in modo da alleggerire il lavoro della cpu principale: il video era gestito dal MOS VIC-II e l’audio dal MOS SID.

Per progettare il VIC-II partirono da un’indagine di mercato sui computer e videogiochi, per scoprire le caratteristiche più richieste. Da qui nacque l’idea geniale di aggiungere la gestione degli sprite. Questi altro non sono che un’immagine in grafica raster, che può essere spostata in maniera indipendente rispetto allo sfondo. La maggior parte del VIC-II fu utilizzata per la gestione di essi: ne poteva gestire 8, ciascuno grande 24×21 pixel, o 12×21 in multicolor. Con la programmazione si potevano aggirare i limiti hardware. Si poteva, infatti, far generare più di 8 sprite contemporaneamente: questa tecnica era nota come sprite multiplexing. Ricorrendo al flicker, ovvero all’accensione alternata di uno o più sprite, era possibile aggirare il limite hardware di 8 sprite orizzontali, e 40 anni fa era davvero tanta roba.

Silenzio, parla il SID

Il SID, dal suo canto, è una leggenda senza pari. Il suo ideatore, Robert Yannes, disse: “Pensavo che i chip audio sul mercato, compresi quelli dei computer Atari, fossero primitivi e ovviamente fossero stati progettati da persone che non sapevano nulla di musica”. Le caratteristiche principali di questo chip sonoro le conosciamo tutti: tre voci indipendenti su otto ottave, quattro forme d’onda, diverse modalità di filtro. Su ogni canale si può gestire attack/decay/sustain/release, le porte di controllo sono digitali, mentre le porte di uscita sono analogiche.

A causa delle imperfette tecnologie di produzione dell’epoca, l’uscita del 6581 era sempre leggermente distorta. Ogni volta che il registro del volume veniva modificato, veniva prodotto un clic udibile. Regolando rapidamente il registro del volume principale a 4 bit, questo potrebbe essere modulato come PCM, risultando in un quarto canale “virtuale”, ottimo per la riproduzione di campioni digitali a 4 bit. Ecco che un difetto diviene la peculiarità di questo chip, permettendo parlato digitalizzato e suoni tipici delle drum machine. La migliore tecnologia del seguente chip 8580, montato dal 1987 ed avente una tensione di 9 volt anziché 12, ha causato la quasi totale scomparsa della distorsione.

40 anni e un movimento culturale in continua crescita

40 anni

Di acqua sotto i ponti ne è passata in 40 anni ma il Commodore 64 non accenna a volersi fermare. Da home computer e macchina da gioco è passato a vero e proprio fenomeno culturale. Giusto per fare un esempio, le musiche dei giochi hanno creato un movimento a sé stante tra gli utenti di C64 e non solo. La Chip Music è sempre più composta, oltre che suonata e remixata. Sono nati negli anni veri e propri festival dedicati alla Chip Music e ciò lo dobbiamo in gran parte a coloro che si cimentarono nel fare musica col SID. Non saremo mai abbastanza grati a gente come Rob Hubbard, Jeroen Tel, Tim Follin, David Whittaker, Chris Hülsbeck, il compianto Ben Daglish, Martin Galway, Kjell Nordbø e David Dunn.

Diamo voce ai ricordi…

Potrei andare avanti ancora un anno a scrivere dettagli su questo stratosferico computer, ma dopo 40 anni c’è qualcosa in più da raccontare. Ci sono le emozioni, i ricordi e gli aneddoti che portiamo dentro. Ci sono periodi di vita che ci hanno resi ciò che siamo, amicizie che ancora oggi sono solide grazie al Commodore 64. Ora è tempo di far parlare le persone.

GEO

Per noi è stato un modo di essere che oggi viene confermato dalla storia. Un network di persone curiose di spingere i limiti della macchina senza sapere ancora quali fossero. Sempre pronti ad aiutarsi e a condividere tutto per il solo piacere di farlo. Per sapere cos’era ci basta osservare gli occhi di una persona che ha vissuto, in quegli anni, l’evoluzione di questa gloriosa macchina. Lo vedi mentre sfoglia una rivista dell’epoca, guardando le pubblicità, a volte in bianco e nero, e le immagini delle schermate dei programmi recensiti. Una nuvola di sogni e progetti che oggi il tempo ha premiato, e che si dimostra ancora “Viva e scalciante”, parafrasando un noto brano di quegli anni.

JAWS

Che ricordi il C64, sono già passati 40 anni. Eravamo nell’era della pazienza. Aspettare il caricamento di un gioco, con il datasette. Stare attenti che non si bloccasse, che funzionasse tutto! Sperare. E poi partiva il video del gioco con musiche spettacolari, per il sottoscritto Batman. Quante serate della mia infanzia passate a giocarci. Total Recall, Ritorno al futuro, Ghostbuster, Batman, Turrican… Solo per citarne alcuni. In quegli anni si stava creando un mondo che vive ancora oggi. Tutta la mia passione per i video giochi è nata grazie al Commodore 64, che ancora oggi possiedo e guardo con gli occhi di un bambino paziente.

DAVIDE DEVIL

Il Commodore 64 è una macchina meravigliosa. In 40 anni ha saputo regalare grandissime soddisfazioni a milioni di appassionati in tutto il mondo. Molti sono cresciuti con l’idea che il CBM 64 fosse una console da gioco, e molte persone lo hanno comprato ed usato solo per quello scopo. Questo grazie ai tantissimi giochi che si sono susseguiti nel tempo. Ma il Commodore 64 si spingeva ben oltre: i software più disparati erano infatti disponibili per questa leggendaria macchina. Dai linguaggi di programmazione, al word processing; dalla grafica, spreadsheet, alla sintesi vocale e composizione musicale. E poi stampa di poster e manifesti con software dedicati (ad esempio print master), navigazione delle BBS: tutto era possibile con il 6502 e 64kb di Ram.

Ma il bello cominciava quando, i più fortunati, potevano ampliare il comparto hardware. I possessori di REU (RAM Expansion Unit), che costava quanto il Commodore stesso, avevano a disposizione un’infinità di memoria per sbizzarrirsi con cose che, ai tempi, sembravano arrivate direttamente da Alpha Centauri. Andare in edicola e comprare le cassette con i giochi piratati da giocare con gli amici era fighissimo. Con 5000 lire portavi a casa una decina di giochi e, se avevi il lettore di floppy disc da 5¼, potevi avere software e giochi a volontà. Come si può dimenticare il sontuoso GEOS che, in un solo floppy, (2 per la versione 2.0) permetteva di avere sotto mano un ambiente operativo a finestre completo di tutto l’occorrente? Ottimo per le funzioni di ufficio tradizionali oltre alla grandiosa funzione speed-dos. Ho amato e continuo ad amare il Commodore 64. Un macchina viva più che mai e, per fortuna, non solo nei miei ricordi. Basta dare un occhiata alla demoscene o sul sito CSDB per rendersi conto di quanto sia leggendario, e attuale allo stesso tempo, il Commodore 64.

40 anni

LUCA ANTONIAZZI

Una volta, tanti anni fa, ho sognato che, folgorato dalla grafica di Defender of the Crown su un Amiga esposta in un negozio, mi ero venduto il C64 per prendere l’Amiga 500. Ma poi, quando ci ho caricato Grand Prix Curcuit ed è partita la musica introduttiva, mi sono sentito male. Ho vomitato più volte a spruzzoni e ho esclamato: “Madonnaddio, ma che cos’è ‘sta roba gayssima? Oddio cosa cazzo ho fatto? Che cazzo ho comprato? Oddio! Ommioddio!”

Poi mi sono svegliato di soprassalto, tutto sudato come un porco all’equatore, e sono corso a vedere come stavano le cose. Per fortuna il mio fido Commodore 64 era collegato alla TV, mentre l’Amiga 500 credo fosse ancora nello scatolone.
Allora ho caricato Grand Prix Curcuit sul Commie collegato allo stereone degli anni ’80 a tutto volume, la musica era bellissima ed ero di nuovo felice.

RITA (Mia Cugina)

Chissà perché mio papà si era fatto conquistare da una tecnologia sconosciuta per lui. A me ha segnato il destino: non avrei studiato informatica altrimenti! Ma lo sai che a causa del troppo gioco i miei genitori me lo avevano sequestrato? Una notte mi hanno trovata che mi arrampicavo sul muro perché volevo fare come Miner! Ho due ricordi bellissimi legati al Commodore 64. Il primo: ti ricordi quando tu (Io, ovvero Mic the Biker), tutto orgoglioso, a Natale mi facesti vedere un programmino scritto da te in cui comparivano tanti asterischi come a simulare la neve? E forse, se ricordo bene, la scritta Buon Natale? Orgogliosi manco avessimo fatto partire lo shuttle!

Secondo: ricordo benissimo che per l’esame di terza media, avevo scritto un software con un linguaggio che si chiamava Logo e avevo simulato la rottura di un corpo sottoposto a sforzo! Esame di Scienze! E mi ricordo che quel coglione di prof aveva perso la mia cassettina prima dell’esame. Ma io, da bravo informatico, avevo già la copia di backup a casa!! Mi prende ancora adesso l’ansia di quel momento

CARLO NITHAIAH DEL MAR PIRAZZINI

Era un sogno! E si sarebbe avverato poco più tardi. Lo avevo visto a casa di un amico. Era un computer vero e proprio. Arrivò in casa grazie a mio padre proprio nel 1987, regalatomi per la promozione in prima media. Fu una felicità incredibile spacchettarlo, attaccarlo alla tv e cominciare a capire come funzionasse.
Il ricordo di quel giugno 1987 fu incredibile e ogni volta che guardo il mio vecchio C64 mi ricordo di mio padre, che poco dopo si ammalò e ci lasciò. Il Commodore era una parte di lui e mi riportava in mente momenti felici. Ore ed ore a cercare di capire come andare avanti in alcuni livelli, minuti interminabili ad aspettare che il gioco caricasse sul “registratore”. D’estate in cantina a prendere il fresco e a far tardi davanti a giochi interminabili, difficilissimi ed impossibili da decifrare.

Alcuni titoli erano legati ad un momento. Ad esempio Paradroid era il momento legato al ritorno di mio fratello minore dal pomeriggio a scuola. Era il suo gioco preferito ed eravamo affascinati dalla meccanica del gioco di Andrew Braybrook. Poi, affascinati da Super Mario, ci sollazzavamo con le terribili sorelle Giana. Una validissima alternativa dalla colonna sonora clamorosa. Ma il nostro preferito era Bubble Bobble. Ci venne regalato in cassetta originale proprio poco tempo prima che nostro padre morisse. Io e mio fratello passammo ore davanti al titolo. Era un legame solido con chi, attraverso l’amore, ci aveva cresciuto e che non c’era più. Ma in realtà era li, tra draghetti, bolle, mostri strambi e mille bonus colorati.
Il Commodore 64 è così vivo nel mio cuore che questi 40 anni assieme sono stati meravigliosi, e non vedo l’ora di passarne altri 40 uguali.
E’ stato un dono, un legame, un pezzo di famiglia.

ANZIANO

Buon compleanno Biscottone! 40 anni di Commodore 64. Che cosa dire, del computer più famoso del mondo? Che cosa dire? Questo è l’oggetto che più a lungo mi ha accompagnato nel mio percorso di vita. ;Ma non è un mero e semplice oggetto, ha una sua anima: mi ha accompagnato in momenti tristi, in momenti felici, in momenti di apprendimento. Ha aggiunto all’educazione data dai miei genitori una seconda educazione.
L’educazione all’informatica, l’educazione al al lavoro, l’educazione al rispetto delle cose. Mi ha formato come collezionista, mi ha formato come appassionato. Nessun oggetto mi ha accompagnato così a lungo. Io ho quarantatré anni e lui mi accompagna da almeno trentotto. A tutt’oggi funzionante, a tutt’oggi sempre pronto al lavoro che gli viene richiesto.

Un parco giochi e un parco software formidabile, che per l’epoca era un sogno e che nessuna piattaforma poteva eguagliare. Forse oggi, con la massificazione dei PC in ogni casa, sicuramente possiamo trovare un quantitativo superiore di software, ma per l’epoca era semplicemente leggenda. Community e community di fan e di programmatori che sviluppano ancora software per questa macchina meravigliosa. Progetti nostalgia, nei quali questo meraviglioso computer viene emulato per poter provare di nuovo le emozioni di un tempo, anche se al di là del semplice feeling visivo,siamo lontanissimi dal vivere le stesse emozioni che mi suscita quella schermata blu con la scritta Ready.

40 anni

 

Più che un semplice computer: un’idolo che ha segnato semplicemente l’epoca più bella e più iconica in assoluto, che non si ripeterà mai più. Un’epoca segnata dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche, un’epoca segnata da film cult da poter rivivere sotto forma di videogame sul nostro Commodore. Un’epoca segnata da un computer, un amico vero che ci ha accompagnato e continuerà ad accompagnarci per molti anni. Buon compleanno fido Biscottone! Benvenuto nei tuoi primi 40 anni!

FRANCESCO FIORENTINI

Quando Mic ci ha chiesto se volessimo partecipare a questo articolo, fornendo un aneddoto o un ricordo personale legato al Commodore 64, non ho esitato un secondo a dire di sì. I ricordi legati a questa macchina, che ha accompagnato parte della mia infanzia, sono moltissimi. Quando però ho iniziato a scrivere, ho pensato che avrei potuto andare contro corrente: invece che raccontare qualcosa accaduto quando ero giovane, oppure legata all’esperienza ludica del biscottone, avrei potuto raccontare qualcosa di completamente diverso.

Tutti noi sappiamo quanto il Commodore 64 sia stato importante come macchina da gioco, quanti capolavori siano stati sviluppati e quanto sia ancora attiva la produzione di giochi al giorno d’oggi. Ma parliamo di un Home Computer a tutti gli effetti, una macchina che non era nata soltanto per divertimento. Una macchina che poteva essere utilizzata anche per scopi didattici ed ‘Home office’. Ed effettivamente di programmi non ludici se ne trovano a migliaia. Qualche tempo fa circolava una frase emblematica…

“Pensa a qualcosa: per il Commodore 64 é stata fatta!”

Ma il Commodore 64 non è stato soltanto questo: per tanti di noi è stato anche il computer che ha aperto la strada alla programmazione. Alla pari di altri 8 bit degli anni ’80, l’home computer è stato il trampolino di lancio verso una professione, e pertanto una carriera, che per molti continua tuttora. Ed è proprio questa la cosa che mi affascina del Commodore 64: la quantità incredibile di linguaggi ed estensioni Basic a disposizione. Tempo fa mi sono imbattuto in questa lista, Commodore Languages List (telarity.com), che seppur estesa, non sembra ancora essere esaustiva. Se date un’occhiata al numero di linguaggi recensiti per il C64, ben 174, vi renderete subito conto di quello che intendo.

OK, mi si risponderá che molti essi sono soltanto delle estensioni Basic, dovute al fatto che il Basic standard del C64 è veramente carente. Ma allo stesso tempo è indubbio che esistano e che sia possibile ancora oggi utilizzarle per scrivere del codice.
Divertitevi quindi con il vostro Commodore 64, reale o emulato che sia, e giocate tutti i giochi che volete, vecchi o nuovi non importa. Ma se vi avanza tempo, provate anche a scrivere del codice, le possibilità non mancano di sicuro. Ah, e la soddisfazione di veder compilato un semplice programmino in C o Cobol, e vederlo poi girare sul C64, é indescrivibile!

Riflessioni del Biker

Feci la conoscenza del Commodore 64 nel Natale del 1986, quando mio zio ne acquistò uno nuovo fiammante e ci invitò a vedere quella meraviglia tecnologica. Fino a quel giorno avevo utilizzato un Vic20 a scuola, ma vedere il biscottone in azione è stato come entrare in un tunnel e partire per un viaggio nel tempo. I giorni passavano e io sognavo quel fantastico computer, passando da una vetrina di un negozio di zona all’altra. Un pomeriggio d’ottobre del 1987 mio padre mi portò a fare un giro da Abba computer “Così, tanto per farci un giro”. Era una bugia: mentre io mi perdevo tra i monitor lui ne aveva ordinato uno. Quell’anno Babbo Natale mi portò il Commodore 64, un datasette e un fantastico Joystick Competition Pro trasparente.

Un sabato mattina del mese di gennaio andai con mia mamma verso il mercato di Via di Nanni e ci fermammo alla solita edicola in Corso Peschiera. Mentre eravamo in coda per acquistate Tv, Sorrisi e Canzoni io fui totalmente rapito da una rivista con cassetta che era messa davanti ad altre: I Magnifici sette, numero 30, anno terzo. Fu la mia prima cassetta originale, se mi passate il termine. E da li cominciò un lungo viaggio che continua tutt’ora, permeato dalla voglia di condividere ogni cosa. La chiamavano pirateria, e forse noi la Jolly Roger la portiamo ancora addosso. Ma dopo 40 anni mi sento di dire una cosa: è anche grazie a noi pirati che questo Home Computer è diventato una leggenda. Ed è grazie a noi, che non abbiamo mai smesso di condividere, che i software non sono andati perduti. La condivisione è stata affiancata dalla preservazione e dal tramandare alle future generazioni questo tesoro inestimabile.

40 anni e non sentirli, grazie di tutto Commodore 64!

Librogiochic64 – 17

Il libro dei giochi del Commodore 64 – 20 – Poker Joe

Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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