Arcade da preservare e tramandare

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Ciao a tutti amici di CommodoreBlog, finalmente qualcuno inizia a prendersi cura degli Arcade, inteso nel senso vero e fisico del termine. Nel retrogaming il mio motto è da sempre condividere, tramandare e preservare, perciò vi illustro ciò che sta succedendo con gioia.

Arcade, never forget.

Per i più giovani probabilmente le sale giochi sono luoghi conosciuti tramite il racconto dei genitori. Luoghi lontani nello spazio e nel tempo che per i più obsoleti, come il sottoscritto, sono stati una parte importante di vita. Potete capire l’emozione quando ho appreso di questa iniziativa leggendo un articolo apparso sulla Stampa, il maggior quotidiano di Torino.

Team 17 inizia una raccolta fondi

La notizia è una bomba: TEAM 17, storica software house, da vita ad una raccolta fondi. Il tutto per conservare i coin-op che hanno segnato un era.

Sapete quanto io adori le sale giochi, luoghi rumorosi, fumosi e scintillanti, brillanti di luce propria. La mia generazione è cresciuta in questi posti, non erano solo locali di svago. Erano il nostro social, inteso in modo totalmente immersivo, fisico: un momento di aggregazione ed esperienza.

Preservare gli Arcade

Arcade

Il main focus è quantomai semplice: salvare la storia dei videogiochi arcade custoditi nei musei tematici. Saving The Arcade World, così si chiama a campagna lanciata da Team 17, noto sviluppatore inglese. Non hanno certo bisogno di presentazioni, i loro videogames negli anni 90 hanno portato questo nome nell’olimpo. QUI trovate il link del sito del team dove si spiega il lavoro da svolgere.

Raccolta fondi

La raccolta fondi in atto serve a finanziare programmi mirati alla conservazione dei cabinati coin-op. Questi sono custoditi in tre musei: The Strong National Museum of Play a Rochester, New York; il National Videogame Museum a Sheffield e il Museo del Videojuego Arcade Vintage ad Alicante, in Spagna.

Come funziona la storia? In pratica verranno donati parte degli incassi di vendita del nuovo gioco Narita Boy di Studio Koba, i diritti di pubblicazione di uno dei brani musicali del gioco e quelli della vendita di un cabinato arcade.

Senza Arcade cosa sarebbe stato?

Jon-Paul Dyson, vice presidente del museo The Strong, sottolinea il ruolo fondamentale delle sale giochi. Egli asserisce infatti che quei luoghi arrivarono in un momento cruciale nella crescita dell’industria videoludica.
Negli anni Settanta, fino a quasi metà anni Ottanta, quello era il modo principale di giocare e anche in seguito gli arcade erano molto più potenti dei sistemi casalinghi. Erano il top, quel qualcosa a cui si doveva guardare se si voleva raggiungere la vetta.

Manutenzione necessaria

In questo momento questi musei affrontano il problema del deterioramento di molti cabinati, alcuni ormai in condizioni preoccupanti. Come ben intuite la loro manutenzione non è affar banale: si parte dall’elettronica per arrivare al restauro fisico. C’è la necessità di mantenere i cab a posto per un uso pubblico, ma anche preservare l’hardware originale.

Tramandare ai posteri

L’obiettivo è spettacolare, ovvero ricreare e permettere un’esperienza realistica della sala giochi. Jon-Paul Dyson riassume con poche parole un concetto: “C’è una magia nell’originale”. Una magia impossibile da riprodurre a casa, impossibile da emulare. Il luogo in sé è sacro, con le sue musiche, i suoi odori, le emozioni che scatena.

Proprio per questo il National Videogame Museum sta conducendo un programma di ricerca molto ambizioso. Esso è basato sulla registrazione dell’habitat tipico delle sale giochi e questo grazie alla creazione di una biblioteca contenente storie raccontate a voce.

Arcade e progetto VHS tapes

Questa raccolta di storie orali sarà denominato VHS Tapes, e sarà molto particolare. Ci sarà una divisione per zone tematiche, ad esempio quello sulle fasi bonus, che permetterà ai visitatori l’accesso diretto ad alcune scene storiche, come la distruzione delle auto in Street Fighter II.

Iniziative ed idee

Il museo di Sheffield ha la sua idea di conservare e tramandare: essa vuole puntare sulla creazione di comunità di esperti. Sarà composta da accademici, curatori, ricercatori e collezionisti di videogiochi, e avrà lo scopo di creare e diffondere una guida valida a livello internazionale. Sono già state raccolte circa 20.000 sterline, donate da collezionisti e da aziende del settore tra cui Rockstar, Jagex e Boneloaf. Se tutti in qualche modo riuscissimo a dare un nostro contributo sarebbe fantastico. Tutti uniti, con uno scopo comune: condividere, tramandare, preservare.

Mic the Biker vi saluta e vi da appuntamento al prossimo articolo. Ora qualche consiglio per voi dal nostro blog.

The New Zealand Story

Voi del Retro la parola ora a tre veri appassionati

Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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