Operation Wolf
Ciao a tutti amici di commodoreblog, è ora di fare un poca di sana guerriglia con lo storico Operation Wolf, quel fantastico cabinato dotato di mitraglietta che era onnipresente in ogni sala giochi mondiale. Vi vedo già belli vestiti in mimetica e faccia pittata alla Rambo! Ok allora tutti a bordo della DeLorean che si parte per un viaggio negli anni ottanta!
Operation Wolf, la guerra in sala giochi
Arriviamo lasciando una striscia di fiamme nel 1987. Nella radio suona a tutto volume Appetite for Destruction dei Guns n Roses, uscito da poco in quella calda estate. Mike Tyson unifica la corona dei pesi massimi battendo Tony Tucker ai punti dopo 12 estenuanti riprese. In quell’anno si muove il primo passo per arginare il buco nell’ozono abolendo il CFC mentre viene inaugurato il sistema operativo Windows 2.03. In mezzo a tutto questo marasma Ronald Reagan e Michail Gorbaciov firmano un trattato per l’eliminazione dei missili a media gittata in Europa e noi sbarbati videogamer per la prima volta abbiamo potuto tenere in mano una UZI grazie ad Operation Wolf. Il gioco in questione, sviluppato da Taito nel 1987, ebbe un successo commerciale immenso: divenne il gioco arcade più venduto del 1988 nel Regno Unito e vinse il Golden Joystick Award per Game of the Year.
Il rivoluzionario cabinato
Il cabinato era qualcosa di rivoluzionario, era il primo a spingersi a questi livelli: negli anni precedenti i titoli “armati” non mancavano ma non riuscirono mai a sfondare. Spesso il tema trattato era particolare, come in Chiller, oppure non erano semplicemente divertenti. Con Operation Wolf la Taito trovò il connubio perfetto tra appetibilità e giocabilità. Il gioco utilizza un controller, se così lo possiamo chiamare, ottico alloggiato all’interno di una mitraglietta che è la copia della belligerante Uzi.
Questa è montata sulla sommità di un basamento cubico che nasconde il meccanismo che ci permette di ruotare ed elevare l’arma. Non è finita qui: un motoriduttore simula il rinculo avvertito dal giocatore quando spara. Il funzionamento è pazzesco: premendo rapidamente il grilletto è possibile sparare un colpo singolo, mentre tenendolo premuto si sparerà in modo completamente automatico. Premendo un pulsante sul corpo del mitra viene lanciata una granata.
Operation Wolf, la storia
Nel gioco prendiamo il controllo di Roy Adams, un soldato delle forze speciali: dovremo salvare cinque ostaggi tenuti prigionieri in territorio nemico. Ci sono sei fasi a comporre il gioco, ognuna delle quali procede la storia una volta completata. Vedremo perciò Adams interrogare un soldato nemico e apprende l’ubicazione del campo di concentramento in cui sono tenuti gli ostaggi. E’ anche questo un aspetto molto importante all’interno del gioco visto che abbiamo a che fare con uno dei primi giochi del genere a presentare una trama.
Sparare per progredire
Per completare ogni fase dobbiamo fare soprattutto una cosa: sparare senza sosta ma con criterio, senza sprecare munizioni. Dobbiamo abbattere il numero richiesto di soldati e veicoli come indicato da un counter sullo schermo. Dicevamo prima che abbiamo una scorta limitata di munizioni e granate, per fortuna possiamo trovarne altre durante il gioco. La maggior parte sono in bella vista, altre celate dentro casse, barili, noci di cocco sugli alberi o animali che scorrazzano sullo schermo. Le granate causano gravi danni a raggio, colpendo ogni bersaglio sullo schermo, sia nemico che amico. Tavolta, quando la fortuna ci assiste, troveremo un particolare potenziamento: esso ci consente per una decina di secondi munizioni illimitate e di una funzione rapid fire.
Nemici agguerriti
I nemici non stanno a guardare e fanno di tutto per farci andare quanto prima al creatore. Essi attaccano con colpi di arma da fuoco, coltelli, granate, colpi di mortaio e bazooka: manca solo che ci tirino addosso i fichi molli. Per fortuna la maggior parte di questi oggetti volanti non identificati la possiamo colpire con nostro Uzi, facendoli volare in aria. Abbiamo una barra dei danni da tenere sempre d’occhio: essa si riempie lentamente man mano che veniamo colpiti. Attenzione che sparare a bersagli amichevoli, ad esempio infermieri e civili, aggiunge il livello di danno nella barra. Ci possiamo curare raccogliendo in giro i kit di cura nonché completando le varie fasi.
Operation Wolf e le sue fasi
Abbiamo detto prima che il gioco consta di sei fasi collegate tra loro come una specie di film virtuale. Andiamo ora a vedere questi obiettivi nel dettaglio:
Base delle comunicazioni – Missione: ostacolare
Questa missione è particolare, visto che il suo completamento riduce il numero di nemici che il giocatore dovrà eliminare in tutte le altre fasi. Fortunatamente per il mercato occidentale non c’è alcun malus visto che è la prima missione in elenco.
Giungla — Missione: intelligenza
Completare questa fase ci consentirà di accedere al campo di concentramento. Si deve catturare il leader nemico per strappargli con le cattive le info per il campo di concentramento.
Villaggio — Missione: riposo
Questa fase, una volta finita, curerà una grande quantità dei nostri danni subiti, a differenza delle altre che ne curano una piccola quantità.
Polveriera — Missione: rifornimento
Una boccata d’aria visto che il completamento di questa fase ci regala una scorta completa di munizioni: un caricatore in arma e nove di riserva. Oltre a questo ben cinque granate aggiuntive fino ad un massimo di otto se ne avevamo di avanzate.
Campo di concentramento – Missione: obiettivo
Qui siamo alle prese con una fase alquanto delicata visto che dovremo proteggere cinque ostaggi mentre tentano la fuga. E’ essenziale che almeno uno di essi resti in vita per avanzare allo scenario dell’aeroporto.
Aeroporto — Missione: fuga
Anche qui si devono proteggere gli ostaggi sopravvissuti mentre corrono verso il portello aperto di un aereo in fase di decollo, robe degne di Chuck Norris in Delta Force. Dopodiché dovremo abbattere un elicottero che funge da super boss finale, una specie di Apache armato fino ai denti.
Attenzione, è molto importante sapere che sbagliare le fasi della polveriera o del villaggio aggiungerà rispettivamente due elicotteri o due veicoli blindati alla fase finale.
Riuscire a finire il livello dell’aeroporto con almeno un ostaggio salvato assegna un bonus. Questo varia in base al numero di stage giocati e al numero di ostaggi saliti sull’aereo. Ora, come era tradizione in molti Arcade dell’epoca, il gioco ricomincerà dall’inizio con livello di difficoltà superiore.
Morire in Operation Wolf
Il fatidico Game Over si verificherà dopo uno dei seguenti eventi, con la particolarità di avere in ogni occasione un finale diverso. Quando la barra dei danni sarà al massimo avremo la più classica morte del personaggio. Quando finiremo le munizioni e le granate, saremo fatti prigionieri dalle truppe nemiche. Sarà Game Over, ovviamente, anche quando nessuno degli ostaggi fuggirà dal campo di concentramento.
Idem nella fase finale se nessuno di questi sale con successo sull’aereo: in questo caso verremo rimproverati dal presidente in persona per aver fallito la missione. Per fortuna con 200 lire o un gettone era possibile continuare il gioco dall’ultima fase giocata.
Le conversioni per sistemi domestici
Ovviamente un successo simile non poteva non essere convertito su tutti i sistemi più in voga del periodo. Ecco allora che a partire dal 1988 Operation Wolf approda su Amstrad CPC, NES, Amiga 500 e Atari ST, Master System, FM Towns, Commodore 64, PC Engine e ZX Spectrum. L’aspetto più evidente nonché ovvio della maggior parte di queste conversioni è la mancanza di armi leggere: solo le versioni NES, Master System e ZX Spectrum la prevedevano. Nel 2005 arriva su su Xbox , PlayStation 2 e Microsoft Windows grazie a Taito Legends: anche in questo caso il supporto per le armi non è disponibile.
Master System
Volevo cominciare con quella che all’epoca fu una delle conversioni più belle del gioco: la conversione del piccolo 8 bit Sega è assolutamente ben realizzata, una trasposizione incredibilmente accurata del gioco originale. Graficamente ricalca senza sforzo lo stile di casa Taito, e anche il sonoro mantiene uno standard molto elevato. Ci sono tutti i livelli del coin op e viene preservata l’azione e il ritmo di gioco, assicurando un gameplay veloce e frenetico. Il gioco supporta il fucile del Master System: giocato in questa modalità il divertimento è totale, la risposta è estremamente accurata. Ovviamente, in mancanza dell’arma ottica, si può giocare con un joypad standard, così come ovviamente la giocabilità non è neanche lontanamente simile: il cursore si muove in maniera molto irregolare. Certo, si lascia ancora giocare, ma Operation Wolf perde un buon 50% della sua bellezza senza un’arma da impugnare.
NES
Quando arrivò sul NES era il 1989 ed il titolo era compatibile con lo Zapper Nintendo; con esso vale lo stesso discorso fatto per la versione Master System: ci si trova davanti al puro divertimento! Però il discorso cambia decisamente quando tra le mani si ha solo il pad: è funzionale, ma non è divertente. Questo perché i movimenti del cursore sono imprecisi e frustranti nella migliore delle ipotesi, semplicemente non puoi avere la velocità e la precisione necessarie per eliminare i nemici sullo schermo.
Anche graficamente si poteva fare molto meglio: il dettaglio di Operation Wolf è pessimo, con sfondi legnosi e poco dettagliati, stratificati dietro i soldati nemici. Una cosa carina era il poter avere finali multipli a seconda del numero di ostaggi salvati. Il giocatore veniva accolto dal Presidente degli Stati Uniti, ricevendo le seguenti reazioni legate ai salvataggi riusciti: 0 – Arrabbiato, 1 – Infelice, 2 – Deluso, 3 – Soddisfatto, 4 – Felice, 5 – Molto felice
Commodore 64
Ocean ha realizzato un’ottima conversione C64 che non ha bisogno di nascondersi dietro al nome del famoso Arcade, il gioco è adrenalina pura! In primis è stato uno dei primi giochi sparatutto di questo tipo, con lo sfondo scorre da sinistra a destra mentre i nemici appaiono da tutti i lati sparando. La resa della prospettiva in prima persona nonché dei nemici che sparano direttamente dallo schermo è resa molto bene. C’è da dire che alcuni aspetti sono stati tralasciati nella conversione: non ci sono animali a cui sparare e i soldati sono tutti senza giubbotto antiproiettile.
La pecca, come in tutte le versioni senza arma, è che i controlli del joystick non sono precisi ma è un disagio minore rispetto ad altre piattaforme. la critica fu lusinghiera: il gioco ricevette il British Golden Joystick Award nel 1989 nella categoria Game of the Year e Best Coin-Op Conversion of the Year. Certo che alcuni trucchi sul biscottone possono sempre essere utili, ecco qui i due più famosi: Munizioni illimitate: POKE 35107,173 – Granate illimitate: POKE 34952,165.
Amiga & Atari ST
Neanche a dirlo due piccioni con una fava: trattasi di uno degli innumerevoli casi di conversione praticamente diretta da Atari ad Amiga. La conversione nonostante fosse ben realizzata, soffriva del difetto della mancanza di arma fisica, ma usando il mouse la velocità di puntamento non veniva meno. Ovviamente la versione Commodore soffre il porting diretto del codice da Atari ST: essa risulta essere meno fluida e più imprecisa nel rilevare gli sprite durante gli spari. Questo è un peccato perché la versione Amiga è a livello di “arcade-perfect”: grafica e sonoro sono quasi identici al coin-op. Comunque il porting, su entrambe le piattaforme, risulta molto giocabile.
Zx Spectrum
Il buon Zx è una piccola grande garanzia. Andrew P. Deakin e Ivan Horn, con la musica fornita da Jonathan Dunn, realizzarono una conversione quasi perfetta. Saggiamente optarono per una schermata monocromatica: i possibili conflitti di colori erano scongiurati e la velocità garantita. L’unico problema, anche qui, era la velocità di mira con joystick o tastiera. Ma questa piccola perla per Zx supportava anche il Magnum Light Phaser, la famosa pistola di casa Spectrum: la resa era davvero fantastica, anche se un’enorme barra nera lampeggiava sullo schermo quando si premeva il grilletto. Un bug che però non ha inficiato sulla qualità del lavoro svolto: Sinclair User assegnò al gioco il premio “Over The Top Game of 1988” e successivamente arrivò al numero 26 nel sondaggio “I 100 migliori giochi di tutti i tempi dei lettori di Sinclair “.
Riflessioni del Biker
Ragazzi abbiamo a che fare con qualcosa di veramente storico, un gioco che è rimasto nell’immaginario comune di chi era di casa in sala giochi. Il suo successo commerciale fu mondiale, il suo cabinato con mitraglietta è entrato dritto nella storia. Nel numero di dicembre 1987 Game Machine posizionò Operation Wolf come “il secondo cabinet arcade verticale di maggior successo del mese“. Nel luglio 1988 era in quarta posizione nella classifica mensile dei giochi arcade stilata da Coinslot, dietro a Street Fighter, Continental Circus e WEC Le Mans. Operation Wolf fu il coin op più venduto del 1988 nel Regno Unito e il sedicesimo con il maggior incasso dell’anno.
Le conversioni per home computer hanno dominato le classifiche di vendita per quattro mesi, da dicembre 1988 a marzo 1989. Nonostante non tutte le versioni fossero giocabili per via del sistema di mira tutti volevamo avere il lupo in casa sui nostri sistemi. I mesi passavano ma il suo successo non accennava a calare e le versioni per computer vinsero diversi premi ai Golden Joystick Awards del 1989. Per il mercato ad 8 bit fu considerato gioco dell’anno e migliore conversione di Coin-Op, riconoscimento vinto anche per le versioni a 16 bit. Un successo più che meritato, un gioco che ci ha fatto sentire tutti quanti come Rambo, uno dei nostri idoli di quegli anni. Simboli immortali di un periodo che ha scritto la storia e che ci scaldano il cuore quando, seduti sul sedile della nostra DeLorean, ammiriamo silenziosi l’orizzonte e ci perdiamo nei ricordi.
Mic the Biker vi saluta e vi da appuntamento al prossimo articolo. Ora qualche piccolo consiglio per voi direttamente dal nostro blog.