James Pond, l’agente segreto di Amiga

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Il mio nome è Pond, James Pond. Ciao a tutti amici di Commodoreblog, avete presente quando vi svegliate la mattina e, senza un motivo preciso, avete una frase ed un gioco in mente? Ecco, sarà da una decina di giorni che la frase di apertura mi ossessiona e con essa la voglia malsana di fare due partite all’agente segreto di ittica estrazione. Doc Emmet Brown mi ha riconsegnato la DeLorean in condizioni meglio di quando era nuova perciò facciamo subito un viaggio “Back to the future”: la data impostata è il 1990, perchè quello fu davvero un grande anno.

James Pond: Underwater Agent

Eccoci arrivati con gomme fumanti in quell’anno solare così sfavillante e ricco di eventi che hanno segnato la nostra vita. Giochi come TURRICAN o il leggendario SECRET OF MONKEY ISLAND ci tolsero letteralmente il sonno. La Banda di Piazza Sabotino era super attiva nel portare avanti la sua ricerca senza sosta del gioco nuovo e dell’ultima novità. Era un periodo dove praticamente ogni settimana potevi trovare una manciata di floppy nuovi da caricare sul fedele Amiga, perché in quell’anno tutti lo prendemmo. E molti dei giochi dell’epoca avevano bisogno di un eroe…

Un mondo senza eroi è come un mondo senza sole

Ho voluto appositamente usare, traducendola, questa frase tratta da una canzone dei Kiss, gruppo che spesso faceva da colonna sonora alle nostre giornate dell’epoca. Era usanza tipica, a partire dal mondo dei film a finire con quello dei videogames, cercare di avere un eroe come protagonista. Un nome, che potesse essere anche un famoso eroe dei fumetti, o qualcosa di totalmente inventato da zero. Ma qualcosa in cui potersi impersonificare, una figura a cui far compiere i più nobili gesti. Era comunque un ottimo modo per dare una sorta di insegnamento morale, un metodo molto trasversale di voler lasciare qualcosa.

 

La geniale dose di humor

Spesso tutte queste situazioni erano condite con una sana dose di Humor, qualcosa che potesse allentare le tensioni giornaliere e regalare un sorriso dopo una giornata di studio, che era il nostro lavoro. Curioso come quando si era studenti si volesse finire per trovare un lavoro, e di conseguenza due soldi, e di come oggi si rimpianga il periodo della scuola. Pur sommersi da problemi che ci sembravano insormontabili si trovava sempre quel raggio di luce che ci permetteva di vedere il tutto in maniera più positiva. Lo Humor bisogna essere anche dei piccoli grandi geni nel saperlo mettere nel modo giusto e James Pond era, ed è tuttora, maestro in tutto questo.

James Pond, c’è sempre un buon motivo per sorridere

Il nome del protagonista vale da sé un premio. Non è solo la lampante assonanza con l’agente 007 più famoso del mondo a tenere banco, ma anche il suo significato. Apprendo con sommo stupore, leggendo in giro, che il Il protagonista della storia è un “mutafango antropomorfo intelligente e mutato”. Mi ero sempre chiesto che specie acquatica rappresentasse il nostro eroe arancione e ora che ne ho avuta la definizione corretta sono esattamente al punto di partenza, ovvero continuo a chiedermi cosa esso sia. Ma il nome ragazzi è puro genio, una perla di Humor inglese: James resta uguale ma il cognome cambia in Pond. Una lettera, quello che basta per darci l’idea che il gioco si svolgerà sott’acqua visto che Pond in inglese vuol dire stagno.

British Humor over all

Se già il titolo è da applausi il resto non è da meno. Lo sviluppatore di videogiochi britannico Millennium Interactive non ha tradito le sue origini e le sue radici site a Cambridge. La storia del gioco ci mette di fronte al crudele supercriminale di nome “Doctor Maybe” e anche qui il è palese il richiamo al malvagio “Doctor NO”, sesto romanzo dell’autore inglese Ian Fleming con protagonista James Bond. Dal Dottor No al Dottor Forse il passo dal banale al genio totale è breve e continua con la citazione della Acme Oil Company, società petrolifera estremamente inquinante con sede a Gotham City. Il malvagio Doctor Maybe, alla guida di questa società, non solo ha saturato il mare di rifiuti tossici e radioattivi ma è arrivato a minacciare l’intero globo terrestre dalla sua tana sottomarina. E così i servizi segreti britannici non hanno altra scelta che affidarsi al prode James Pond.

James Pond, missione pulizia

Il coraggioso ed astuto James Pond deve fare un po di tutto in questa divertente ma pericolosa avventura. Il gioco fu classificato come un platform ma a mio avviso è un genere che gli sta stretto. Dovremmo risolvere enigmi di vario genere per proseguire, spesso nuotando e non saltando qua e la. Il gameplay si sviluppa intorno alla ricerca di oggetti per poter proseguire nella storia ed eseguire gli ordini ricevuti. Dovremo trovare chiavi per salvare aragoste che sono state catturate in precedenza o utilizzare spugne per tappare i buchi nelle petroliere che perdono. E’ molto bello il messaggio che traspare di schermata in schermata, quasi tutte le azioni sono in ottica molto green, dando peso e importanza al tema dell’inquinamento dei mari da parte dell’uomo. James probabilmente avrà giocato spesso a BUBBLE BOBBLE visto che dovrà sparare bolle ai suoi nemici per intrappolarli. Il tributo al re dei platform è completo visto che in seguito dovrà scoppiare queste bolle per eliminare i nemici imprigionatati all’interno delle stesse.

Le citazioni, quelle belle

Il gioco è un tripudio di citazioni, le quali toccano il loro apice nei nomi dei mondi che dovremmo esplorare e ripulire. I livelli citano i film di James Bond, con nomi tipo “License to Bubble”, parodia di License to Kill, o “A View to a Spill”, ispirato a A View to a Kill. E che dire di “Leak and Let Die”, che omaggia il famosissimo Live and Let Die, e “From Three Mile Island with Love”, dal famosissimo From Russia with Love? Tante piccole idee geniali che hanno elevato il già buon livello del gioco, perché anche il saper far ridere è un’arte.

James Pond, facciamoci una partita

E finalmente giunto il momento tanto atteso, quello di infilare il dischetto virtuale e far partire il gioco in questione. Un tempo la mano teneva ben saldo il Competition Pro, ora pigia i tasti del Pc ma la grinta è sempre quella dei tempi della Banda di Borgo San Paolo. Dopo alcune schermate colorate e fumettose, dove il nostro pesce appare in stile Hollywood con tanto di vestito elegante e papillon, il gioco parte sorretto da una musichetta accattivante, semplice che in qualche suo arrangiamento richiama le note del famoso e serioso 007 inglese. All’inizio di ogni livello ci viene detto per iscritto cosa bisogna trovare e fare per proseguire. Abbiamo un timer che scende inesorabile perciò non possiamo perdere troppo tempo nel nostro nuotare qua e la alla ricerca di grotte segrete. In queste possiamo trovare tesori bonus e delle lettere che andranno a comporre pian piano il nome del nostro eroe.

Grafica Ok, a volte caotico

La grafica del gioco ben si adatta agli ambienti acquatici, la resa cromatica è sempre di livello. Ho sempre pensato che si potesse fare meglio a livello parallasse visto che i livelli scrollano belli veloci in tutte le direzioni. Avessero curato quel poco di più i livelli posteriori al background sarebbe stato un sogno. Quando ci infiliamo in qualche tubo o in qualche grotta lo schermo scivola in giù e passa alla nuova ambientazione: questo porta inevitabilmente ad una gestione alquanto caotica della successione delle location, cosa che mi ha sempre causato diversi problemi.

Riflessioni del Biker

Il gioco parte easy ma si rivela ben presto un osso duro. I livelli, man mano che si procedeva, diventavano belli grossi e intricati da esplorare, complice quello swap screen che a volte ci mandava nel pallone. Per fortuna quando si era in compagnia gli amici cercavano di tenere traccia mentale di dove si andava a finire e si riusciva a proseguire più celermente. Del resto uno dei piaceri del giocare in quegli anni era proprio la convivialità del gesto. Anche se il gioco non prevedeva una modalità a due giocatori si stava il più possibile insieme perché tutto questo ci legava, ci faceva piacere. Fu una sfida non banale finire questo simpatico gioco, anche se il finale ci lasciò tutti un po’ di ghiaccio. Come capitava spesso in quegli anni il tutto si limitava ad una schermata statica con il messaggio “Well done Pond! The world is saved (for now!)”. Quel pesciolino bizzarro voleva veramente vestire i panni dell’eroe, sarebbe tornato di lì a breve, ma questa è un’altra storia. Mic the Biker vi saluta e vi da appuntamento al prossimo articolo. Ora qualche consiglio per voi dal nostro blog.

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Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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