Turbo Out Run, giustizia è fatta

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Ciao amici di  CommodoreBlog, oggi con Turbo Out Run andiamo a vivere il fantastico natale 1989. La DeLorean ha il serbatoio pieno e scalpita. Impostiamo la data al 20 dicembre di quell’anno e lanciamoci a 88 miglia orarie.

Turbo Out Run, il simbolo di quel natale

La nebbia ci accoglie col suo misterioso abbraccio in quello che molti ricorderanno come un inverno strano. A Torino mattina e sera c’era sempre quella nebbia tipica da Silent Hill mentre di giorno faceva caldo. Questo rendeva facile la vita a noi della Banda di Borgo San Paolo. Dopo la scuola eravamo sempre in giro per poi fare tappa a casa di qualcuno per scaldare il biscottone.

In una delle nostre uscite di zona eravamo andati dal buon Marchisio a procurarci quel grandissimo gioco che risponde al nome di Turbo Out Run.

Recensioni da 10 e lode

La recensione su zzap! non lasciava dubbi in merito: la versione turbo ha finalmente reso giustizia al nome Out Run. Fu un periodo strano quello: tre fantastici racing game usciti nell’arco di due mesi. Capolavori indiscussi come Power Drift, Stunt car racer ed il gioco protagonista di questo articolo.

Turbo Out Run e il peso di quel nome

Turbo Out Run in sala giochi non era ingombrante come il suo predecessore, non aveva il carisma ne la sua storia. Mentre Out Run, di cui abbiamo parlato QUI, lo riconoscevi al volo e faceva girare sempre la testa, il suo seguito lo si notava molto meno. Infatti molti di noi, inizialmente, credevano si trattasse di un seguito nato per home computer.

Turbo Out Run, un po’ di storia

La storia invece ci dice che Turbo Out Run è un gioco di corse arcade del 1989 pubblicato da Sega. C’è sempre una Ferrari come protagonista, questa volta una F40, rigorosamente cabrio. La meccanica di gioco è cambiata rispetto ad primo capitolo: ora abbiamo un percorso prestabilito attraverso tutti gli Stati Uniti continentali da New York a Los Angeles, un vero coast to coast. Oltre a un limite di tempo, Turbo Out Run aggiunge anche un avversario, oltre al traffico caotico delle strade americane. Troviamo a sfidarci un avversario guidato dalla CPU alla guida di una Porsche 959, auto rivale della F40 all’epoca.

Anche il “Turbo” del titolo esiste davvero: il motore V8 della vettura è sovralimentato da due turbine IHI. Esso ha un ruolo determinante dato che i giocatori possono usufruirne per ricevere un breve aumento delle prestazioni. Il turbo si attiva premendo un pulsante sul lato del cambio montato sulla console.

Overheat sempre dietro l’angolo

Occhio però alla temperatura del motore la temperatura del motore che in queste situazioni aumenta in maniera preoccupante. Quando l’indicatore raggiunge “OVERHEAT!” Il turbo boost non può essere utilizzato finché la temperatura non diminuisce. Un grande arcade già così ma le sorprese non sono certo finite qui. Nella pura tradizione a stelle e strisce ogni tanto compaiono macchine della polizia che cercano di fermarci. Sono particolarmente noiose, abbiamo due modi per liberarci di loro: superarle usando il turbo boost o speronandole fuori strada contro qualche ostacolo. Il cabinato ci dava anche la possibilità di scegliere tra le classiche due marce o il cambio automatico.

I potenziamenti di Turbo Out Run

Ma attenzione, ogni quattro città raggiunte è possibile scegliere un potenziamento: Hi-Power Engine, Special Turbo e Super Grip Tires. Ne va della nostra dignità stare davanti alla rivale tedesca. Infatti se la Porsche raggiunge il potenziamento prima di noi, nella gara successiva la nostra volubile bionda si sposterà verso l’auto dell’avversario. Cavolo, era la stessa cosa che capitava in Borgo nelle scorribande su due ruote: arrivava la moto più bella e veloce e si restava mono posto. Qui però era più facile sfogare l’orgoglio: riconquistare la ragazza è un dovere, perciò si deve battere l’avversario al successivo check per le modifiche. Se riusciamo a sconfiggere l’avversario con la ragazza al nostro fianco, viene assegnato un bonus di 1.000.000 di punti. Inoltre, la ragazza bacia il guidatore di fronte al suo avversario, cosa che nella vita reale si doveva sudare decisamente di più.

Un signor coin op per una conversione da urlo

Nulla da eccepire, un signor coin op disponibile sia come cab stand-up che come super cabinato seduti dall’aspetto di una Ferrari F40. Ma vittima del suo predecessore, un gioco che ha segnato una decade, un gioco che è diventato il simbolo di un periodo storico. Per fortuna la conversione per Commodore 64 fu ad opera della Probe Software, e il risultato finale fu da strapparsi i capelli. Anche io fui tra i molti che giocarono al coin op solo dopo averci giocato sul biscottone. Quel cabinato lo avrò visto cento volte ma mai ci avevo messo una moneta dentro.

Turbo Out Run, partite infinite

Turbo Out Run è stato il simbolo di quel natale, di quelle vacanze passate con gli amici della Banda di Borgo San Paolo. Il più delle volte con Adriano, a farci uno schermo a testa.

Perché così mentre non si doveva giocare si poteva stare lì, senza fiato, ad ammirare quel capolavoro assoluto. Durante il tragitto le condizioni atmosferiche cambieranno e vi capiterà di gareggiare tra tempeste di neve, pioggia, sole rovente, deserto e notti piene di stelle.

Ricordo che già dalla schermata di caricamento eravamo caduti dalla sedia: la cura nell’immagine ha qualcosa di mistico.

Il capolavoro audio di Jeronen Tel

La musica, ragazzi qui siamo di fronte alla storia. L’accompagnamento musicale, ad opera di Jeroen Tel è qualcosa di folle. Il geniale e talentuoso musicista si inventa un remix della canzone del primo storico Out Run e rende il tutto a livelli assolutamente leggendari.

Quando si preme il tasto del joystick e si inizia il gioco vero e proprio abbiamo rischiato di restarci secchi. Graficamente Turbo Out Run cancella un un solo secondo l’orribile ricordo della conversione del primo capitolo.

Grafica al top

Esteticamente è dettagliatissimo: colorato, fluido e dotato di varietà unica. La Ferrari F40 e la Porsche 959 sono riprodotte in maniera quasi perfetta: riviste oggi siamo al livello top di pixel art. Anche gli altri veicoli sono incredibili e nonostante la spettacolare velocità del gioco spesso siamo riusciti a riconoscere i modelli.

Abbiamo visto Porsche, Corvette e alcune spigolose Jeep come quelle dell’epoca. La velocità, dicevamo prima, è resa alla perfezione. Le classiche modalità per rendere l’effetto nei giochi dell’epoca ci sono tutti. I fondali volano, che siano case o alberi. Lo sfondo in parallasse si sposta come un fulmine da destra a sinistra. Poche altre volte sul piccolo mostro di casa Commodore è stata data una tale impressione di velocità.

Turbo Out Run, esperienza mistica

Giocare a Turbo Out Run era una di quelle esperienze trascendentali, ti portava di peso via dalla tua stanza. Questo anche grazie alle musiche in game dei  MANIACS OF NOISE , i quali non si sa come sono riusciti a realizzare un mix della colonna sonora originale e a buttarci dentro pure i sound fx. Dobbiamo ringraziare quel folle di Jeronen e la sua maestria col SID. A parte il suo naturale buon gusto come compositore a livello tecnico non esiste partita. Le percussioni paiono immense, escono da chissà dove mentre i suoni sintetici tipici del processore raggiungono livelli inauditi.

Considerazioni del Biker

Fuori la nebbia pareva guardarci. Se fissavi la finestra la vedevi muoversi sinuosa, ipnotica. Ne riuscivo a vedere lo sguardo tavolta. La colonna sonora a questo viaggio era la musica di Turbo Out Run, mentre il gioco stesso era un viaggio extra corporeo. Solo gli dei dei videogames sanno quanto abbiamo amato questo incredibile gioco di auto.  Turbo Out Run si rivela essere una conversione perfetta, non solo tecnicamente ma proprio come giocabilità. La manovrabilità dell’auto è a livelli da sala giochi ed il livello di difficoltà è calibrato per non stressare. Esso è crescente, ti lascia il tempo di prenderci la mano, di sentire il vento tra i capelli ma poi sale rendendo la sfida piuttosto impegnativa.

Era il natale 1989, un natale legato a doppia mandata a Turbo Out Run per noi della Banda di Borgo San Paolo. Ricordo il 31 dicembre nella casa di Adriano in Via Polonghera, con ancora il commodore nel salone bello, quello col divano comodo. Il sole pomeridiano aveva scacciato per un poco la nebbia e ci regalava la sensazione di essere veramente dentro il gioco. Una partita a testa, mentre “tic toc” la pendola scandiva il tempo sorniona. La luce fuori era andata a dormire dietro le case e l’ora di andare alla festa di capodanno a casa di una compagna di classe si avvicinava. Non abbiamo mai più giocato vestiti così bene in vita nostra, e mentre eravamo alla festa tra un ballo e l’altro correvano racconti mistici e voci fuori controllo su un gioco di corse pazzesco per il C64. Un gioco che prendeva IL gioco di corse per eccellenza ma gli metteva il turbo. Giustizia è fatta.

È anche per oggi è tutto. Mic the Biker vi saluta e vi da appuntamento al prossimo articolo. Ora qualche consiglio per voi.

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Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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