Rodland per Amiga

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Ciao a tutti amici di commodoreblog.com, oggi ci si tuffa in sala giochi con la pazzesca conversione per Amiga di Roland. Spesso sui computer domestici le conversioni non sono state fatte al massimo delle possibilità, ci si limitava a sfruttare il franchising in questione. Ma non è il caso di Rodland. Saltiamo sulla DeLorean, vestiamoci da fatine attempate e prepariamoci a sbarcare in un mondo manga-fatato.

Rodland by Jaleco

Correva l’anno 1990 quando la Jaleco rilasciò un arcade colorato e dalla grafica manga style: si tratta di Rodland. Il comparto tecnico del coin op è di livello: si tratta di un sistema Jaleco Mega System 1A. Il cuore di questa meraviglia era formato da due chip Motorola 68000: uno principale a 12Mhz e uno dedicato all’audio da 7 Mhz. A quest’ultimo facevano riferimento i chip dedicati YM2151 a 3.5 Mhz) e due OKI6295 a 30.303 Khz. Graficamente era un bel vedere coi suoi 1024 colori su schermo. Me lo ricordo bene nei miei pellegrinaggi in sala giochi, perchè inizialmente lo odiavo alquanto.

Prime sensazioni

Eh si, ai miei occhi questo gioco era semplicemente un clone in chiave manga fiabesca del mio idolo, ovvero BUBBLE BOBBLE  . Mi mettevo sempre nella parte dell’avvoltoio che si piazzava al lato del cabinato per vedere la partita di turno e mi limitavo a scuotere la testa di tanto in tanto. Certo, graficamente era un altro mondo ma cavolo la dinamica di gioco per quanto sembrasse differente era quasi identica, i nemici sembravano sradicati da una parte e messi dall’altra. Quando poi vidi il bonus dell’extra che era praticamente il clone dell’extend andai semplicemente via giurando che mai avrei più voluto vedere questo gioco.
Ma come sappiamo tutti bene le promesse di un videogamer sono un po come le promesse dei marinai. Sono parole lascive, dettate spesso dall’attaccamento al determinato gioco. Sono parole dure, pensate con serietà e dette con occhio truculento, ma hanno il valore delle monete da tre euro. Semplicemente snobbai questo arcade e ne dimenticai perfino il titolo.

Rodland, il ritorno!

Il tempo passò sornione e una sera del 1991 il fato si presentò alla mia porta mascherato da amico con nuovi dischetti azzurri nello zainetto. Eh si, i nostri venerdì sera all’insegna delle riunioni a rotazione erano un must: birre, Lucky Strike e dischetti azzurri. Come ogni venerdì che si rispetti la prima cosa che si faceva era dare un occhiata alle novità che ognuno di noi recuperava dai propri spacciatori personali. E quella sera tra i vari titoli c’era anche lui, quel Rodland che mi aveva così tanto irritato in sala giochi poco più di un anno prima.

Never trust a pretty face

In un primo momento non avevo collegato si trattasse di quel platform, la schermata di presentazione mi passò davanti senza dirmi più di tanto. Ma quando si dipanò la schermata di gioco sul tv domestico ricordo molto bene che mi alzai in piedi e iniziai a brontolare e inveire. Esattamente cari lettori, sembravo quei pensionati che guardano i cantieri pronti ad intervenire dicendo che “ai miei tempi non si lavorava mica così”. Prontamente i miei amici, che conoscevano bene questo mio lato da suocera rompipalle, mi caricarono subito di insulti e mi esortarono a sedermi.

Rodland per Amiga

Boh pensai, dischetti nello zaino ce ne sono, questa favoletta manga su schermo verrà tolta in cinque minuti. Ovviamente mi tirai indietro come tester, lasciai pacioccare gli altri presenti. Passarono cinque minuti, poi dieci e dopo mezz’ora vedevo due persone che si stavano effettivamente divertendo un sacco. Io ero relegato anche qui al ruolo di avvoltoio, appollaiato sugli schienali dei giocatori, per l’esattezza due. E cavolo, fatemi provare allora! Ed eccomi qui, a parlarvi di questo Rodland che si rivelò, alla fine della corsa, un gioco divertente!

Quell’apparenza che inganna

Passavano le partite e iniziai anche io a dire che Rodland è carino. È molto carino. Disgustosamente carino: non potevo sbilanciarmi troppo! La grafica è incredibilmente bella, è un tripudio di anime giapponese. Lo ricordavo davvero coloratissimo in sala giochi e fu incredibile constatare il lavoro pazzesco che fecero i ragazzi della Random Access. Gli sprites sono colorati, ben animati e c’è una buona varietà di mostri e sfondi. Le prestazioni del gioco sono fantastiche: non c’è alcun rallentamento o sfarfallio. Dall’apprezzare il comparto tecnico ad apprezzare il gioco il passo è stato breve.

Rodland, la trama

Inutile negare l’evidenza, il gioco ha attinto a piene mani da Bubble Bobble, il maestro assoluto del genere. Ma lo ha fatto bene e questo viene apprezzato solo giocando. Protagoniste di Rodland sono Tam e Rit, due sorelle dalle orecchie a punta che vivono in un bel villaggio incantato. Ma le ombre del male sono celate dietro l’angolo e un evento tremendo cambierà la loro esistenza: la loro madre verrà rapita dai cattivi. Questi ultimi sono guidati da un minotauro che ha portato la madre in questione in cima alla torre dei Maboots con l’aiuto di un’aquila gigante. Tam e Rit, da buone vulcaniane, non si perdono d’animo e armate di verghe e scarpette speciali partiranno al contrattacco alla ricerca della mamma.

La dinamica di Rodland

Come dite? Non sono vulcaniane e ne romulane? Dai su, non distruggete questa mia bizzarra teoria dell’epoca. Anche perché esse distruggono i perfidi nemici in un modo molto poco fatato: usano la bacchetta magica per bloccarli in una sorta di campo di forza magico per poi picchiarli ripetutamente a terra finché non muoiono. L’azione, come su Bubble, si svolge su schermata fissa, da ripulire celermente per passare alla successiva. Procedendo nel gioco mi sono reso conto che il mio astio era prematuro e sebbene l’ispirazione è tutta sul gioco dei draghi spara bolle, la dinamica non si ferma qui.

Un gameplay saggiamente mixato

Infatti il gameplay ricorda molto da vicino Bubble Bobble ma anche Rainbow Island: le fatine possono anche creare una scala magica la quale ricorda, a livello di utilizzo, gli arcobaleni utilizzati in ”Rainbow Islands” di Taito. Queste scale possono essere utilizzate ovunque i giocatori desiderino, permettendo loro di raggiungere altre piattaforme o di scappare dai nemici che le inseguono. Quando muoiono i mostri rilasciano dei bonus: oggetti come un razzo, un pezzo di dinamite o quadrati rimbalzanti che esplodono al contatto con un mostro. Tutti questi oggetti scoppiano, lanciano o sparano non appena vengono raccolti. Ce ne sono un sacco ed è divertente vedere cosa fa ognuno di loro.

Rodland e il bonus EXTRA

Oltre a questi pirotecnici oggetti bonus possiamo raccogliere alcune lettere durante le nostre battaglie. L’obiettivo sarà quello di formare la parole Extra per ottenere una vita in più. Meccanismo identico a quello presente in Bubble Bobble, quando formando la parola Extend si otteneva lo stesso risultato. Ma come ottenere queste lettere? Si devono raccogliere prima tutti i fiori che crescono in un livello. In questo modo si attiva il gioco “extra”, in cui i mostri si trasformano in cose dall’aspetto strano con le ali che camminano. Colpire i mostri ora non darà i bonus esplosivi ma le lettere per formare la suddetta parola.

Ogni dieci livelli ecco un Boss

Ogni dieci livelli ci sarà da affrontare uno schermo particolare popolato da mostri più grandi che dovranno essere colpiti molte volte per essere sconfitti. Ovviamente non se ne staranno li a subire le vostre angherie, essi sputeranno fuori dei loro simili in miniatura che ci faranno trovare più duro il compito.

I nemici e la loro intelligenza

I mostri non sono particolarmente intelligenti, tendono a seguire semplicemente il giocatore, perciò dimenticatevi la folle e geniale cattiveria dei nemici di Bubble Bobble. Tenderà perciò ad esserci una mancanza di spazio di manovra visto che in poco tempo si rischierà di avere tutti i cattivi alle calcagna: usare la scala in modo efficace e sapere quando colpire meglio i mostri con la bacchetta magica è una strategia chiave. Se i nemici sono a distanza si può allontanarli ulteriormente col raggio della bacchetta mentre se sono vicini e se ne ha uno inglobato e lo si ballonzola qua e là i nemici vicini verranno buttati lontani nonché storditi.

Rodland si trasforma in un rodeo

Attenzione che in una partita a due giocatori possono capitare situazioni di manicomio puro. Infatti con una mossa ingegnosa puoi intrappolare il tuo socio e usarlo come mazza per colpire i nemici, oppure lo puoi crudelmente spingere contro di essi. Come potete capire in breve tempo una pacifica partita a due si può trasformare nell’ennesimo bordello di parole pesanti, Joystick volanti e posaceneri sulle tempie.

Rodland, la giocabilità

Una delle cose che rende Rodland un gran bel gioco è il suo bilanciamento: il tutto inizia in modo veramente easy da essere divertente per i nuovi giocatori. Allo stesso tempo si mantiene abbastanza difficile da non annoiare chi ci ha giocato in precedenza. La difficoltà aumenta lentamente fino a quando il gioco diventa frenetico. La cosa davvero apprezzabile è che non diventa mai così difficile da diventare frustrante. I nemici presenti, dicevamo, sono davvero molti anche se non dotati di una sofisticata intelligenza artificiale. Andiamo a conoscerli un po meglio!

I nemici in Rodland

Gli SPUDS, descritte dal manuale come patate, si muovono saltando e, solo nelle conversioni per Home Computer, si moltiplicano molto velocemente. Gli SHARKS, come fa intendere il nome, sono degli squali coi piedini e possono lanciare dalla bocca dei piccoli proiettili rotondi. Abbiamo poi i bizzarri SEEDS, esseri verdi simili a gusci che si limitano a girare per lo schermo cercando il contatto con le due protagoniste. Altro nemico tenero ma rompipalle sono i BUNNIES, un ibrido manga tra un coniglio e un unicorno. Di tanto in tanto arriva pure NESSIE, un serpente rosa pure quello con un corno in fronte, che va alla spasmodica ricerca del contatto con il giocatore.
E’ poi il turno dei disgustosi POLYMORPHS, delle brutte sanguisughe rosa con un fiocco giallo in testa. Essi si fermano e tirano fuori la loro lunga lingua per colpire una delle due elfe. Ovviamente non possono mancare i nemici volanti ed ecco allora i WASPS, delle vespe in preda ad un trip che vagano tra i vari piani dei livelli per poi finirvi inevitabilmente addosso. Altri nemici morbidi e pelosi, ecco a voi i BUSHIES ovvero una sottospecie di scoiattolo credo mutato dalle radiazioni viste le abnormi orecchie. Uno dei nemici più odiosi è VOLCANO, una sorta di composizione astratta con una parrucca che ha la particolarità di sparare dalla sua testa un proiettile che si muove in verticale, verso la parte alta dello schermo.
Ennesimo mostro dipinto di rosa sono i BIRDS, passerotti alla ricerca spasmodica del contatto fisico. Uno dei mostri più belli sono i LOBSTER, le aragoste matte che vagano e allungano le loro chele killer per stritolarvi. Sempre pronte a colpire a distanza anche le STARFISH, le stelle marine dotate di boomerang. E per concludere la mistica MONKEY, scimmie con lo sclero che saltano molto velocemente per lo schermo alla ricerca di voi poveri players. Come Bubble Bobble insegna non si può tergiversare troppo in un livello. Se si perde troppo tempo ecco arrivare le odiose BLUE MEANIES: esse prendono il posto dei nemici presenti su schermo e vi faranno una faccia tanta essendo esse velocissime e capaci di muoversi liberamente.

Rodland, la grafica

Rodland è una delle conversioni più belle, colorate e giocabili apparse su sistemi domestici. Graficamente il 16 bit di casa Commodore ci offre una bella serie di schermate fisse all’inizio e durante il gioco e la grafica in game è un fuoco d’artificio: tutto è super colorato, gli sprites ben animati e i fondali hanno una palette veramente azzeccata. Come ci si aspetta da un gioco a schermo singolo su Amiga le prestazioni del gioco sono fantastiche: non c’è alcun rallentamento o sfarfallio degli sprites presenti sul tv. Anche i boss non rallentano mai! Attenzione ai fondali: spesso sono diversi rispetto alla versione arcade ma è Il gioco stesso ad essere stato convertito in maniera piuttosto libera. Tranquilli, vedremo la questione più avanti. Rodland è poco assetato di memoria, gira su qualsiasi amiga con 512Kb di base e solo raramente effettua caricamenti in game.

Il comparto audio è ben studiato e i controlli precisi

Dal punto di vista sonoro il gioco presenta alcuni brani piacevoli e coccolosamente carini, adatti all’atmosfera presente. Gli effetti sonori sono ben fatti: i suoni sono chiari e gli strumenti hanno una bella timbrica. La qualità dei campioni è sicuramente superiore alla media di molti giochi Amiga, soprattutto considerando la grande quantità di suoni diversi presenti tutti stipati nel dischetto singolo di gioco. Quello che mi piace particolarmente è il modo in cui i sound fx e la musica si combinano. Nella maggior parte dei giochi Amiga si sente chiaramente quando gli effetti sonori tagliano la musica. L’Amiga ha quattro voci, spesso la musica e gli effetti sonori tendono a interferire tra loro. Qui sono riusciti a mascherare al meglio l’eliminazione di una voce musicale a favore di un fx. C’è da dire che comunque non siamo davanti ad una colonna sonora impegnativa e carica di strumenti perciò il lavoro è stato sicuramente agevole. I controlli sono precisi, non ci sono incertezze di sorta nel recepire i movimenti dei joystick.

Amiga Vs Arcade – le differenze

Dicevamo poc’anzi che si nota spesso, paragonando la conversione alla versione Arcade di Jaleco, una marcata differenza nei fondali e alcune volte nei livelli di gioco. Questo fatto è dovuto al fatto che la versione Amiga consta di 40 livelli mentre quella arcade è più complessa. Il Rodland da bar è strutturato in due parti, entrambe da 31 livelli. Di default si parte con la Parte 1, superati i primi 31 livelli viene rilasciato un codice per giocare alla Parte 2. Dopo aver completato la seconda parte, viene sbloccato il livello 32 con un terzo finale diverso. I programmatori della Random Access hanno semplificato il tutto allungando la parte uno del gioco e facendolo finire una volta sconfitto il potente Boss finale denominato Toro.

Trucchetti di Rodland

Come ogni gioco casalingo che si rispetti anche Rodland ha qualche trucchetto nascosto: premendo P per mettere in pausa il gioco e pigiando “Help” per 5 volte sì attiva il trucco per le vite infinite. Un cuore apparirà sullo schermo delle info dopo aver tolto la pausa, a conferma del giusto inserimento del codice. Una volta attivata questa modalità si potrà premere Spazio per avanzare di livello.

Considerazioni del Biker

Eccoci giunti alla fine di questa bella gita nel passato, un giro che ci ha permesso di riscoprire un gioco che molti di voi avranno dimenticato e che altri non avranno magari mai giocato. Perseveriamo nel nostro compito di ricerca e riscoperta, facciamolo tutti perchè è importante tramandare e ricordare i giochi che hanno segnato un’epoca splendida. Mic the biker vi saluta e vi da appuntamento al prossimo articolo. Ora qualche consiglio per voi direttamente dal nostro blog.

Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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