Flashback per Amiga
di Michele Novarina · Agosto 31, 2020
Ciao a tutti amici di commodoreblog.com, oggi si va a dare un’occhiata al grandissimo Flashback, un colossale platform adventure, nello specifico la versione Amiga, uscito nel 1992 ad opera della Delphine Software. La DeLorean anche questa volta è accesa, pronta a portarci a rivivere emozioni e ricordi mai sopite dal tempo.
Flashback e Paul Cuisset
Il gioco uscì per l’appunto nel 1992, pubblicato dalla US Gold negli States e in Europa mentre in Giappone se ne occupò la Sunsoft. Partiamo dagli albori: il gioco è stato diretto, progettato e parzialmente programmato da Paul Cuisset. Questo distinto programmatore transalpino fu uno dei giovanissimi programmers arruolati da Michael Sportouch per curare la conversione di quell’immenso capolavoro di Suzuki conosciuto come Space Harrier. “Era un tempo in cui tutto ciò di cui avevi bisogno era il l’equivalente di poche decine di migliaia di euro per acquistare i diritti di un gioco. Non aveva niente a che fare con oggi”, ricorda Michael Sportouch. Elite aveva rivendicato i diritti del gioco Space Harrier ma non ha né il codice sorgente né i documenti di progettazione.
Nulla che potessee consentire ai suoi sviluppatori di eseguirne la conversione. Hanno solo il sistema D, dice lo stesso Paul Cuisset. Nel 1988 riuscirono nell’impresa con un budget irrisorio e il risultato fu davvero ottimo. La crescita di questo programmatore fu esponenziale, ricordiamo nel 1989 il bellissimo Time Travellers, alias Future Wars, un’avventura dove già si intravede il potenziale e le idee innovative.
Flashback, la nascita
Ed eccoci, dopo questo doveroso excursus, arrivare all’anno 1992 e a Flashback. Pare che il gioco fu inizialmente creato per Sega Megadrive ma la prima versione a vedere la luce fu proprio quella Amiga. Ci troviamo innanzi ad un platform adventure di puro stile cinematografico, che ho sempre considerato il punto d’incontro fra il fantastico Another World e il più vecchio ma seminale Prince of Persia. Infatti anche qui ogni livello si estende su un gran numero di schermate fisse, quasi tutte con più livelli di altitudine. Si dovrà perciò correre, saltare, aggrapparsi alle sporgenze, arrampicarsi, usare gli ascensori e scendere ai livelli inferiori. Conrad, il protagonista, mostra una corsa umana realistica e abilità di salto in puro stile Prince of Persia, oltre a una debolezza realistica: se cade da un’altezza troppo grande arriverà la morte.
Una trama degna di un film Sci Fi
La trama del gioco è degna di una pellicola Noire Sci Fi: nell’anno 2142, Conrad B. Hart , affetto da amnesia , viene inseguito da mutanti e fa atterrare la sua moto volante in una giungla su Titano . Trova un holocube che gli è caduto di tasca. Esso contiene un messaggio registrato da se stesso, che gli dice di incontrare il suo amico Ian a New Washington. Qui termina la stupefacente introduzione e comincia il gioco vero e proprio. Dopo questo inseguimento inizieremo a cercare di ricordare chi siamo, iniziando da questa giungla magistralmente realizzata, dove la grafica lascia il posto alla vera pixel art.
Flashback e la sua giocabilità
La giocabilità, per chi è avvezzo a questo tipo di giochi e ne ha già masticati in precedenza, non sarà un problema. Per tutti gli altri si dovrà avere a che fare con l’inerzia perfetta del protagonista e con la gestione delle schermate fisse. Inizialmente può essere un problema arrivare in una location nuova e trovarsi nei guai. Ecco così iniziare il balletto dell’avanti e indietro che io trovavo utilissimo per visualizzare pericoli e casini vari per poi affrontarli al meglio. Sarò strano ma in Flashback ho sempre visto quel quid di Impossible Mission di sessantraquattriana memoria. Saranno le pedane e gli ascensori, il dover interagire con i computer sparsi qua ma ci ho sempre visto delle influenze marcate. E così, giocando e proseguendo nel gioco, significava lentamente, pazienza permettendo, imparare che la precisione qui era tutto. Manovrare Conrad a volte richiede una strategia sottile, precipitarsi in un nuovo schermo alla cieca spesso significava morte.
Si prosegue nell’avventura
E pazientemente, non senza difficoltà e morti varie, ci si fa strada attraverso la giungla dove si trova, alla fine, una cintura antigravitazionale per entrare a New Washington attraverso il baratro. Eccoci arrivati ora in una location futuristica dove trova Ian attaccato dalla polizia. Dopo aver sistemato i poliziotti in rosso, Ian usa un rigeneratore per ripristinare i ricordi di Conrad. Per fare questo ci si deve sedere in una postazione che pare arrivare dritta dal film Total Recall, un gran film dove i Flashback e le memorie sono le vere protagonista della storia.
Flashback, l’importanza dei filmati
Un filmato dannatamente incisivo e bello ci porta a conoscenza degli occhiali molecolari: egli ha scoperto inavvertitamente che alieni mutaforma, caratterizzati dalla loro alta densità, si erano mescolati alla popolazione umana. Anticipando la cancellazione della memoria, registrò l’olocubo e inviò una copia della sua memoria a Ian. Quest’ultimo gli dice che l’unico modo in cui può permettersi un biglietto per la Terra è vincerne uno nella Death Tower, un game show in cui i concorrenti combattono fino alla morte. E qui il richiamo ad un altro film con protagonista il grande Arnold è di dovere. Come non ricordare il film l’implacabile, titolo originale The Running Man, a sua volta liberamente ispirato al best seller L’uomo in fuga di Stephen King.
Lavoro sporco per i crediti
Per ottenere il passaggio verso lo show in questione sono richiesti documenti falsi. Fanno 1500 crediti che ovviamente non abbiamo in tasca. Per pagare i documenti falsi Conrad accetta una serie di lavori pericolosi in città. Non senza fatiche e sostanziose imprecazioni del sottoscritto a mezzo calendario gregoriano, si riesce a vincere la Death Tower. Il viaggio sulla Terra è ora una realtà. I suoi documenti falsi lo portano oltre il posto di blocco, ma i Morph si rendono presto conto di chi è e Conrad viene inseguito da altri poliziotti.
Il Paradise Club
Prende un taxi per il Paradise Club. Manco a dirlo arriva nell’unico club dove ovviamente si cela il nascondiglio dei Morph. Qui apprendiamo una notizia terribile: essi discutono del loro piano per conquistare la Terra entro poche ore. Colpo di scena, il nostro Conrad cade dalla postazione ove stava origliando e viene portato in una prigione. Un Morph entra nella sua cella per ucciderlo ma noi lo superiamo e prendiamo la pistola aliena. Esplorando la struttura, scopriremo un teletrasporto: lo useremo per andare sul pianeta natale dei Morph.
Flashback, il mondo dei Morph
Un mondo biologico, purulento, alieno e claustrofobico. Poco dopo ci imbattiamo in un prigioniero di nome Phillip Howard Clark. Mentre lo liberiamo, appare un Morph che uccide il povero Phillip. Ma questo riesce a dare a Conrad una carica atomica. Leggendo il diario di Phillip scopriamo che questi aveva pianificato di distruggere il “Master Brain” che controlla gli alieni. Questo centro neurale centrale è situato nel nucleo del pianeta. Tuttavia deve essere distrutto prima il “Cervello Ausiliario” per aprire le vie di comunicazione. Dopo aver messo fuori gioco il cervello ausiliario sente la voce di Phillip che gli dice che la carica atomica dovrebbe essere collocata su una piattaforma libera. Fatto questo e dopo avere astutamente causato un tremore che fa cadere questa carica Conrad fugge e porta la navicella di Morph fuori dal pianeta prima che esploda.
Il misterioso finale
I colpi di scena in questo gioco sono incalzanti e la scena animata finale ci fa capire che non sappiamo dove siamo, quel pianeta non è su nessuna mappa stellare, ergo è impossibile calcolare la traiettoria di ritorno. Il nostro eroe si mette in una capsula di ibernazione dicendo “I’ll probably drift in space for a very long time”.
Considerazioni del Biker
Un gioco che mi ha tenuto incollato al fedele Amiga per mesi. Graficamente ineccepibile l’unico piccolo neo che posso trovargli è un sonoro ridotto al minimo indispensabile: effetti fx, rumori di fondo e poche litanie, spesso molto basilari, qua e la. Probabilmente è stato pensato per non aumentare il numero di dischi necessari per il gioco che si ferma a quattro.
Il gioco è stato un successo commerciale e di critica totale ed è stato inserito nel Guinness dei primati come il gioco francese più venduto di tutti i tempi. Quando i numeri sono questi non ci resta che rispolverarlo quanto prima e rivivere questo autentico lungometraggio a 16 bit che è rimasto nella storia. Mic the biker vi saluta e vi da appuntamento al prossimo articolo. Ora qualche consiglio per voi.