Ark Pandora – Commodore 64
Buon tutto amici di Commodoreblog.com, è il vostro Anziano che vi parla, oggi parliamo di un gioco davvero particolare, non compreso appieno ma con tanta azione, esplorazione e avventura, sto parlando di Ark Pandora!
Ark Pandora è un videogioco di avventura dinamica pubblicato nel 1986 per Commodore 64 dalla Rino Marketing, un’etichetta appartenente all’editrice britannica Alligata, creatrice di gioconi del calibro di Haunted House, Blagger e la serie Who dares wins I e II.
Il gioco è stato programmato da John Stevenson, John Meegan mentre alle musiche abbiamo il maestro Ben Daglish insieme a Antony Crowther.
Un pirata in fuga dall’isola
Sembrerebbe una contraddizione di termini, pirata sta ad isola come generalmente burro sta a marmellata ma non è così.
Il risultato dell’equazione è leggermente diverso, in questo gioco vestiamo i panni di un pirata esiliato su un isola sperduta.
I suoi abitanti sono da tempo oppressi dalla tirannia di un gran sacerdote padrone della più oscura magia nera con la quale controlla i seguaci del suo culto maligno.
Il compito è arduo, gli abitanti sarebbero disposti a farci fuggire a patto di essere liberati dalla tirannia, dovremo trovare il modo di uccidere quindi il gran sacerdote e al contempo recuperare una pergamena sacra che ci permetterà di sconfiggere i seguaci del culto, fatto ciò, bisogna procurarsi una barca per poter lasciare l’isola.
Il gran sacerdote ha molte guardie al suo servizio e anche uno stregone, mentre tra gli abitanti che aiuteranno il pirata si incontrano una strega, un fabbro e dei condannati a morte da liberare.
Ark Pandora, una mappa corposa
In Ark Pandora avremo a disposizione per l’esplorazione un ambiante di gioco di 96 schermate bidimensionali, collegate tra di loro nelle quattro direzioni cardinali a formare un labirinto
Ovviamente non tutte le stanze sono collegate nelle quattro direzioni (nord, sud, est, ovest), è stata questa infatti la genialità per garantire longevità al gioco.
Chiudere l’accesso in una o più direzioni, costringendo il giocatore a seguire una sorta di labirinto, ma anche a disegnarsi una mappa per non perdersi all’interno del gioco.
Il nostro pirata dovrà esplorare l’isola e trovare diversi oggetti che gli permetteranno di risolvere enigmi vari o in alternativa di ottenere ulteriori oggetti, spesso ricevendoli da personaggi amichevoli in scambio di favori.
Un dual screen fatto come si deve
In Ark Pandora troveremo una modalità di gioco differente dal solito, con uno schermo diviso in due orizzontalmente.
La parte superiore dello schermo sarà quella deputata all’azione principale, dove è mostrato il nostro personaggio e il luogo in cui si trova attualmente.
Da qui possiamo controllare direttamente il pirata che può muoversi a sinistra e a destra lungo lo schermo, nonchè fare salti mortali con capriola finale.
A nostra difesa troveremo quasi subito un disco pieno di lame (ricordate il film Krull?), è un’arma pericolosa con un effetto boomerang, raggiunto il bersaglio o dopo una certa distanza torna indietro.
Con il disco potremo eliminare i nemici comuni, le numerose guardie in movimento che si incontrano in maniera del tutto casuale.
I personaggi con cui si può interagire invece,si riconoscono dal fatto che restano immobili.
Alcune guardie scagliano lance che si possono schivare saltando o abbassandosi.
Gli animali che incontreremo, serpenti, cinghiali o pipistrelli, non possono essere eliminati, bisogna soltanto evitarli saltando.
Il contatto con un qualunque nemico riduce la nostra energia vitale, che parte da 100 e può solo scendere purtroppo, non si può ricaricare.
Lo schermo inferiore
La parte inferiore dello schermo contiene delle icone e un sistema di controllo a puntatore per utilizzare i comandi tipici delle avventure grafiche come PRENDI USA DAI etc
Inoltre ci dà notizie in merito alla location in cui ci troviamo, possiamo richiamare l’inventario degli oggetti raccolti e da utilizzare
Quando il giocatore lo desidera tenendo premuto FUOCO può passare al controllo del puntatore, mentre l’azione soprastante viene messa in pausa.
I comandi sono:
-
guardare i dintorni, ottenendo brevi definizioni dei luoghi adiacenti nelle quattro direzioni;
-
consultare l’inventario, un elenco testuale dei fino a 4 oggetti trasportabili;
-
prendere o lasciare oggetti, che non sono direttamente visibili nello scenario, ma messaggi di testo avvertono della loro presenza con la scritta “OBJECT (S) HERE”;
-
usare un oggetto posseduto;
-
andare a un altro luogo adiacente tramite le frecce direzionali;
-
salvare o abbandonare la partita.
Per cambiare luogo si hanno le icone delle quattro direzioni cardinali, ma non si può sempre andare in tuttele direzioni.
Altri simboli di frecce più piccoli di colore bianco posizionate in alto a destra della schermata inferiore indicano quali direzioni sono accessibili inoltre per spostarsi a est e ovest bisogna anche raggiungere il relativo lato dello schermo con il personaggio.
Le icone direzionali rilevano anche la presenza di nemici nei luoghi adiacenti, diventando rosse in tempo reale, tipo una sorta di piccolo radar.
Cosa assolutamente non comune per un gioco di questo genere, è la possibilità di avvalersi dello Screen Designer, un editor che permette di personalizzare lo scenario dal punto di vista estetico.
L’editor consente di spostarsi tra le schermate che compongono l’isola e per ognuna cambiare il tipo di pavimentazione e immagini che costituiscono lo sfondo, suddiviso in 5 sezioni indipendenti.
Ark Pandora in Italia
Ho conosciuto Ark Pandora con il nome di Searcher nelle solite riviste Hit Parade con 30 giochi e precisamente nel numero 7 di dicembre 1986.
Ovviamente il tutto condito da spiegazioni zero e senza capire un tubo di come si giocasse, ma rimasi comunque affascinato.
Altri nomi che ha “assunto” il gioco nelle varie riviste sono: Il Feudo, Pandora, Bad Corsair e Indiana Jones (che c’entra?).
Di contro c’è da dire che la critica è stata abbastanza clemente con questo gioco assegnandogli un bel 80% sul n° 1 anno 1 di Zzap!
Ma d’altronde non tutti i gusti sono alla menta, Ark Pandora o si ama o si odia!
Arrivederci amici alla prossima recensione!
L’angolo dell’Anziano!!! E’ qui!
Lets’rock!
In conclusione come sempre vi consiglio qualche nostra buona lettura:
Ancient Earth Globe dove era casa tua 750 milioni di anni fa?