Ivan Venturi, l’intervista
di Michele Novarina · Maggio 4, 2020
Ciao a tutti amici e lettori di CommodoreBlog oggi ci apprestiamo a fare una chiacchierata amichevole con Ivan Venturi, pioniere nazionale in campo della programmazione di videogames e salito alla ribalta agli albori della nostrana Simulmondo.
Ivan Venturi, il pioniere
È un periodo in cui noi di commodoreblog stiamo riproponendo vecchie glorie videoludiche di casa nostra uscite sotto l’effige Simulmondo e di conseguenza Ivan Venturi è un nome ricorrente. Eravamo nella golden age dei videogames e in età pionieristica per quel che concerne la produzione di giochi totalmente italiani. Tra di loro un nome che ricorreva sempre era Ivan Venturi. Credo che per chi mastica videogames dagli anni 80 come il sottoscritto non ci siano bisogno di presentazioni ma nonostante tutto voglio proporvi qualche breve stralcio direttamente dal suo libro “Vita do Videogiochi” per rinfrescarvi la memoria.
Un affresco di Ivan Venturi
“Sono nato nel 1970, un po di anni dopo che il primo videogioco Spacewar venne programmato nei laboratori del MIT. Ho visto il primo videogioco, Space Invaders, quando avevo otto anni in un cupo bar di Bologna”. Si respira da subito la passione, la si può toccare con mano. Chiudendo gli occhi si riesce quasi ad essere li, in quel bar dove “I vecchietti giocavano a tresette”. “Aveva inizio l’epoca delle sale giochi, quando per giocare (…) bisognava recarsi in questi luoghi avveneristici pieni di luci e affascinanti suoni artificiali”. Beh, io stesso ci sto scrivendo un racconto ad episodi perciò capisco molto bene cosa voglia dire Ivan, il ragazzo che sognava di fare il fumettista. Il ragazzo che “Di fronte a Space Invaders capii che ero destinato ad un’unica direzione: quella dei videogiochi”. Ivan, il lucido sognatore che sa perfettamente che i videogiochi da bar sono delle macchina mangiasoldi ma “Questo però non escludeva la possibilità che fossero dei veri e propri portali verso un’altra dimensione (…). Ogni videogioco era come una finestra aperta su un altro mondo, accessibile con sole 200 lire”.
Mi sento di stare in piedi, in silenzio, davanti a tali stupende affermazioni. Parole che sono come nuvole dentro le quali perdersi e sognare. Potrei andare avanti ore ma non qui, non ora. Ho in programma un articolo dedicato al suo libro “Vita di Videogiochi” del quale possiedo fiero un copia firmata, la numero 29 di 175. Oggi qui lasciamo parlare Ivan al quale abbiamo posto alcune semplici e brevi domande alle quali ha risposto con simpatia e con quello spirito giovane che non abbandonerà mai noi gamers degli anni che furono.
Ivan Venturi, l’intervista
Nome? Ivan Venturi
Nome d’arte ? IV Productions
Anni? 50 il 9 giugno 2020
Lavoro? Game developer/designer/producer
Hobby? Programmarmi i miei videogiochi home-made con le mie mani. Disegnare (per mettere poi i disegni nei videogiochi di cui sopra)
Il tuo miglior pregio? Avere 50 anni e far videogiochi da 35
Il tuo miglior difetto? Avere 50 anni e far videogiochi da 35 ma non essere diventato (ancora) ricco sfondato
Il libro più bello ? Elenco troppo lungo.
Il dipinto che più ti piace? Elenco troppo largo.
Fiera migliore di tutti i tempi? Game Connection Paris 2013
Il tuo miglior cosplay? Mai fatto. Ma molti dicono che Pedro Pascal mi assomiglia molto. Quanto tempo ci vuole per creare un personaggio? Da un minuto a un anno.
Gruppo o cantante musicale preferito?Troppo lungo e largo l’elenco.
Ti piace più cantare o più impersonare qualcuno? Cantare sì, mi piace, e ho anche una voce decente con una potenza della madonna.
Chi ti ha ispirato nella tua carriera? I game-developer inglesi dei primi anni ’80 tipo Jeff Minter ed Andrew Braybrook.
Se potessi passare un giorno con una artista vivo o morto chi sceglieresti? Qui l’elenco è lungo come quello telefonico!
Sei sola su isola deserta, quale CD avresti sicuramente con te? Quello di installazione del software di sopravvivenza.
Una frase o una citazione? Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.
Migliore console? Quella di comando del Millenium Falcon. Scherzo: il Commodore 64. Non era esattamente una console, ma è l’unico e il solo!
Miglior videogame? Elenco troppo immenso. Posso dire quello che ho giocato in assoluto di più da ragazzino prima di comprarmi il C64: Xevious.
Hai dovuto compiere molti sacrifici per arrivare dove sei ora? Il gioco è valso la candela?Sì e sì.
Spiega la tua arte in una frase o, ancora meglio, in una parola. Videogiochi!
Dio c’è ? Sì ma non solo quello cristiano. Anche tutti gli altri.
Come ti vedi fra dieci anni? Che faccio lo stesso lavoro e mi diverto ancora più di adesso.
Quello che fai ti rende felice? Moltissimo.
Quello che fai, secondo te, diverte la gente? Spero di sì 🙂 altrimenti sono rovinato!
Conclusioni e ringraziamenti
Ed eccoci giunti al termine di questa breve intervista sicuramente fuori dalle righe, diversa da come molti se la sarebbero aspettata. Forse più una chiacchierata davanti ad una birra, come piace a me! RIngrazio Ivan per la disponibilità e vi do appuntamento alle prossime letture, non prima di avervi lasciato qualche consiglio direttamente dal nostro blog! Stay rock!