Crackpots per C64
di Michele Novarina · Febbraio 4, 2020
Ciao a tutti amici di commodoreblog.com, oggi mi appresto a recensire l’ultimo titolo del Savona Team, ovvero Crackpots per commodore 64.
Crackpots, un po’ di storia
Il gioco in questione vide la luce nel lontano 1983 su Atari 2600, ideato da Dan Kitchen e pubblicato da Activision. Da sottolineare che questo fu il primo gioco di Kitchen per Activision. La sua carriera di game designer proseguì in maniera veramente brillante e tra le sue opere per il buon 2600 possiamo segnalare le conversioni di Kung fu Master, Commando, Ikari Warriors e Double Dragon.
Se volete dare una sbirciata al suo sito per avere un’idea sul personaggio e tutti i suoi lavori eccovi il link Dan Kitchen Page
Crackpots, che si deve fare?
Che si deve fare di bello in questo Crackpots? Come nella quasi totalità dei giochi old school l’idea è tanto semplice quanto divertente. Il giocatore controlla un giardiniere di nome Potsy. Il baldo giovine si trova sul tetto di una casa di Brooklyn ed è alle prese con dei fastidiosi insetti che hanno intenzione di entrare in una delle sei finestre poste all’ultimo piano del palazzo. Bisogna muovere Potsy lungo il tetto per far cadere i vasi sugli insetti prima che possano avvicinarsi abbastanza da entrare nelle finestre.
Gli insetti arrivano ad ondate
Mi sono sempre chiesto perchè un giardiniere e non un tizio della disinfestazione ma si sa, i game designer sono spesso persone creative. Gli insetti arrivano a ondate e si deve essere lesti ad ucciderli. Inizialmente essi arrivano in linea retta partendo dal basso e salendo in verticale. Risulta perciò abbastanza facile schiacciarli a vasate e anche sbagliando qualche lancio si arriva presto alla fine. Le cose si complicano con secondo livello visto che le creature oltre a salire si muovono di lato.
Occhio ai vasi in crackpots
C’è un aspetto del gioco da tenere in considerazione da qui in avanti: i vasi lanciati non si ricreano finchè lo stesso non si sfascia al suolo. Inizialmente non ci si fa quasi caso ma quando si manca un ragno perchè si è spostato, lo si vede salire e il vaso non è ancora apparso si comincia a sudare! Dalla terza fase di gioco essi strisciano in diagonale, quindi si deve davvero pianificare bene come lanciare le piante e nonostante questo le bestie iniziano ad entrare in qualche finestra.
When the wall come down
Quando sei ragni entra nella casa appare una sorta di termite assassina che si mangia la parte bassa del muro del palazzo facendolo abbassare e rendendo il tutto più difficile. In totale ci sono quattro fasi di gioco. Una volta terminate tutte e quattro le ondate il gioco riprenderà dalla prima ma ad un livello più difficile e veloce.
In Crackpots non abbiamo vite, Il gioco continuerà fino a quando l’edificio non si sbriciolerà del tutto. Le quattro fasi di gioco variano per diversi colori delle bestiacce. Gli insetti neri si spostano in verticale sulla parete, gli insetti blu oscillano da sinistra a destra, gli insetti marroncini si muovono in diagonale e gli insetti verdi vanno più o meno a zig-zag tra le finestre.
Crackpots, la conversione
La conversione è, nemmeno a dirlo, una bomba. Il team di Savona ha fatto centro anche questa volta. Graficamente ci accoglie una bellissima schermata iniziale con un colorato insetto che sta per riceversi il vaso di fiori in testa e sullo sfondo un muro di mattoni molto ben fatto. Segue lo screen Acrivision che ci presenta il team di programmazione composto da Antonio Savona al coding, con grafica di Steph Day e musica di Saul Cross.
L’audio coinvolge!
Proprio qui in sottofondo arriva una semplice quanto allegra musichetta. Come è logico aspettarsi il comparto audio è bello e attinente al gioco. Mentre nel 2600 il tutto era limitato ad effetti sonori nemmeno così carini qui abbiamo musica in game e sound fx. La musica rende l’esperienza di gioco ancor migliore visto che cambia ritmo e velocità insieme alla frenesia del gameplay. Un bravo come sempre a S.Cross per il lavoro svolto!
Ottima la grafica
Graficamente il gioco si presenta bene. Giocando sia l’originale che la conversione ci si rende conto di quanto buono fu il lavoro sull’Atari. La conversione migliora esattamente i dettagli che mancavano sul 2600. Il marciapiede ha un effetto profondità che non aveva grazie alla prospettiva. I colori sono più ricchi, a partire dal muretto che delimita la strada e finendo al background con lo skyline e il tramonto.
Il muro del palazzo ha più mattoni a vista e le finestre stesse non sono più dei semplici quadri neri. Sono davvero ben definite, alcune con le verande verdi aperte e con le crepe nel muro nella parte bassa. Lo sprite pincipale vince a mani basse, passando da un ometto cubettoso vestito di nero con capelli neri ad un personaggio biondo con maglia a righe ed animazione migliorata. I vasi nella loro semplicità rendono l’idea mentre gli insetti sono praticamente identici all’originale.
Occhio agli insetti rossicci
Se proprio devo trovare un piccolo neo alla conversione faccio un personale appunto alla terza fase del gioco. In questa sezione i ragni sono rossastro marroncini e personalmente più volte mi sono incasinato con i mattoni del muro visto che tendono a confondersi con essi. Nell’originale, complice una grafica più spartana, questo piccolo problemino non sussisteva. Ma è un piccolo dettaglio dentro un gioco complessivamente nato bello e convertito alla perfezione.
Crackpots, considerazioni
Ha mantenuto il mix di gameplay semplice ed immediato unito alla difficoltà crescente tipica dei giochi di quel periodo aureo. Ecco qui il link dove poterlo scaricare gratuitamente Crackpots
Come sempre i più grandi compimenti da Mic the Biker a questi ragazzi che con i loro lavori regalano una seconda giovinezza al biscottone. Come dite? Il commodore 64 non è mai invecchiato? Beh, che dire… Avete ragione!
Ora vi saluto e, nel caso ve li siate persi, vi propongo qui a seguito le recensioni degli altri giochi Activision convertiti dai ragazzacci del Savon Team!