1980 Quaranta anni di storia Vic-20 Vs ZX80
1980 – 2020
Buon anno a tutti amici di Commodoreblog, mentre si festeggia con gli amici ci è tornato in mente di festeggiare due bellissimi home computer che nel 2020 compieranno 40 anni
1980: L’ANNO DEL COMMODORE VIC–20
In qualità di fan Commodore e di amante del “mondo” retrò, in questo articolo mi sento in dovere di fare un tuffo nel passato ed esprimere le mie opinioni sul seminale commodore vic-20.
Vic-20, the friendly computer
Il VIC-20 fu prodotto da Commodore a partire dal 1980. Aveva l’aspetto di una tastiera e fu soprannominato “the friendly computer“, letteralmente “computer amico”. Questo perché veniva appunto commercializzato come computer per la famiglia, la casa ed il gioco ad un prezzo contenuto: 300$. Il nome era un evidente rimando alla già famosa serie PET. Al di là della CPU utilizzata che era la medesima, i tasti erano quadrati anziché arrotondati tipici del Commodore 64 e del piccolo Commodore 16. Questi esemplari vengono chiamati dai collezionisti “VIC 20 PET style” e sono molto ricercati.
Le caratteristiche del VIC-20
I punti di forza di Commodore VIC-20 sono in particolare la grafica ed il suono. Esso è indicato ad un pubblico strettamente casalingo. Infatti, per logica, home computer sta a significare letteralmente “computer casalingo”. Ecco qui a seguito le caratteristiche tecniche del VIC-20:
La scheda madre è accoppiata ad un processore MOS 6502, prodotto da Commodore. Ha una memoria ROM di 20 kB e contente il sistema operativo. Ne fanno parte il KERNAL, l’editor a schermo ed il generatore di caratteri e l’interprete BASIC 2.0. Per la gestione delle operazioni ci viene in contro una memoria RAM di 5,5 kB dei quali una parte utilizzati per le principali funzioni, 2 kB per la gestione del segnale video e 3583 byte per liberi.
Programmando si superavano i limiti del vic-20
I “confini” potevano essere superati anche da programmatori non molto esperti, aumentando così la risoluzione dello schermo sacrificando memoria libera per eseguire i programmi. VIC è anche l’acronimo di Video Interface Chip che svolgeva la funzione di scheda grafica e scheda audio. La risoluzione dello schermo era di 176×184 pixel (22×23 caratteri di testo). Forniva dagli 8 ai 16 colori, modalità multicolore, caratteri programmabili e molto altro. Non era però in grado di gestire gli sprite, vero punto debole della macchina.
Vic-20 e il sonoro
Per quanto riguarda il sonoro, il VIC offriva quattro canali ed era addirittura possibile collegare un altroparlante esterno al VIA. Questo era il circuito integrato che gestisce l’I/O, dotato di un’uscita audio. Si poteva fare attraverso una comoda porta di espansione. Quest’ultima utilizza lo standard parallelo IEEE-488 che veniva utilizzato per i joystick nei giochi, per il registratore di cassette magnetiche, per le stampanti e per dischi Commodore 1540, 1541, 1581.
Il successo del Vic-20 e versione CR
Il Commodore VIC-20 è stato il primo computer della storia con video a colori ad essere venduto ad un prezzo pari o addirittura inferiore ai 300 dollari.
Nel 1982 viene rilasciata sul mercato una versione migliorata chiamata Commodore VIC-20 CR (Cost Reduction). Si trattava di una versione “slim” leggermente arrotondata che monta una scheda madre ridisegnata. Era più compatta dotata di nuovo alimentatore a corrente continua. Il Commodore VIC-20 è stato il primo computer della storia ad aver superato un milione di vendite, quota che ha raggiunto nel 1983. Il periodo di maggior successo fu l’anno 1982, in cui è risultato l’home computer più venduto al mondo con più di 800.000 esemplari venduti. Venivano prodotti circa 8.500-9.000 esemplari al giorno e sono stati venduti circa 2,5 milioni di esemplari in totale.
Fonte Commodoreblog
1980: IL SINCLAIR ZX80
IL SINCLAIR ZX80 FU MOLTO IMPORTANTE PER LA STORIA DEGLI HOME COMPUTER, SE NON UNA VERA E PROPRIA RIVOLUZIONE.
Fino ad allora i computer erano venduti come “kit”. Erano, praticamente, l’insieme di pezzi che andavano a comporre il pc, ma andava assemblato dagli acquirenti, cosa che si rivelò un impedimento per molti. Lo ZX80 fu invece venduto tutto assieme, già montato e pronto all’uso, più accessibile di un Commodore PET o un Radio Shack TRS-80.
Un pò di storia
Progettato da Jim Westwood, fu un computer concepito nell’ottica del risparmio, tant’è vero che veniva venduto anche in kit di montaggio; in questo caso, gli acquirenti dovevano provvedere da sé a montare e saldare i relativi componenti. L’operazione era alla portata di molti, ed in poche ore si aveva un computer funzionante.
Cifre record
I 70.000 pezzi venduti in meno di 1 anno e gli oltre 100.000 esemplari venduti fino all’agosto del 1981, quando uscì di produzione, testimoniano il successo e l’apprezzamento dello ZX80, non solo in patria ma anche all’estero: oltre il 60% degli esemplari prodotti sono stati esportati.
Le accuse
Anche se un articolo di Personal Computer World lo accusava di aver scoraggiato milioni di utenti a voler mai più avere a che fare con i PC, per la sua tastiera inutilizzabile ed il suo stravagante BASIC, e nonostante il fatto che fosse un computer molto primitivo, non solo per gli standard attuali ma anche per quelli del suo tempo lo ZX80 rappresenta comunque una tappa fondamentale nella storia dei computer perché inaugura quel filone di macchine destinate ad un utilizzo prettamente domestico: si può considerare come il secondo degli HC, preceduto soltanto dal Compucolor 8001.
Solo il commodore 64 riuscì a rompergli le ossa
Fonte Wikipedia
Che bello che era il 1980 anche se era tutto a quadrettoni o tutto verde…
E ora vi saluto comincia la festa, buon 2020