LA QUESTIONE DEL RETRO GAMING E IL VINTAGE
L’invasione del retro gaming
C’è molto di più dietro al mondo del retro gaming e il vintage. Ciao a tutti lettori di Commodoreblog qui è Mic the biker che come da titolo vi parlerà della questione del retro gaming e del vintage che più in generale sta tenendo sempre di più banco sui social e sui blog interessati alla cosa. E tutti quanti negli ultimi tempi stiamo assistendo ad una vera e propria invasione di riedizioni dei classici del passato, che siano esse consoles o computers… E anche se pare fuori tema anche musicalmente col ritorno del vinile e delle ristampe.
Non è solo business.
È una questione di mero business, di speculazione? Probabilmente per chi vende è così, è solo una questione di mercato: c’è una crescita esponenziale della richiesta ergo bisogna assecondarla ed accontentarla.
Ma c’è molto di più dietro tutto ciò per noi che stiamo da questa parte della barricata. Parto con uno stupido esempio: quante volte da piccoli abbiamo sentito i nostri vecchi, genitori e nonni, dire che la musica ai loro tempi era migliore, che loro si divertivano di più e via discorrendo? Non so, io una marea di volte e credo anche voi.
Questione di psiche.
Questo preambolo per arrivare al punto: negli ultimi anni psicologi e neuroscienziati hanno studiato il fenomeno arrivando a conclusioni interessanti. Praticamente hanno trovato le prove che il cervello si lega in modo particolare a musica, giochi e film vissuti da ragazzini piuttosto di quelli vissuti in età adulta. Non è solo una questione di nostalgia o un fenomeno culturale: è proprio il nostro cervello che ci dà questo input.
La spiegazione è articolata ma cercherò di renderla più semplice possibile: quando stimoliamo il cervello con un gioco o una canzone una certa parte della corteccia viene attivata e converte gli stimoli ricevuti in una cosa sola. Da questo punto entra in gioco il nostro modo di interazione. Se canticchio una canzone attiveró la corteccia premotoria. Se presto attenzione ad immagini attivo la corteccia parietale che mantiene l’attenzione all’individuazione di altri stimoli visivi. Ora facciamo uno più uno: ascolto una canzone o gioco a qualcosa che mi fa venire in mente ricordi personali ed entrerà in azione la corteccia prefrontale ovvero la parte di cervello che conserva le informazioni importanti della tua vita e delle tue relazioni.
I ricordi sono emozioni
I ricordi suscitano emozioni e i suoni e le immagini vengono dopo solo all’amore e alle droghe a livello di stimolazione emotiva. Si scatena un rilascio di serotonina, dopamina e ossitocina.. Tutte sostanze che fanno stare bene. Ma nell’arco temporale che va da circa i 12 anni fino ai 22 questo rilascio è all’ennesima potenza. In quella fascia di età il cervello connessioni neurologiche velocissime e ciò che apprezziamo in quel periodo resta legato al nostro sistema nervoso per sempre. Quando peschiamo un collegamento neurale ad un gioco, una canzone, un immagine, si viene a creare una traccia mnemonica caricata all’eccesso di emozioni dovuta ad una eccessiva produzione di ormoni della crescita. Questi ormoni comunicano al cervello che quelle sono cose veramente importanti. Diventano parte dei nostri sogni e dei nostri disagi.
L’adolescenza è la chiave
Ciò che è legato alla nostra adolescenza è legato al nostro tessuto sociale: quando siamo in quell’età scopriamo per la prima volta le cose da soli o con i nostri amici. Perciò il tal gioco, la tal canzone si lega indelebilmente alle memorie emotive di quegli anni. A questo alcuni studiosi associano anche un possibile effetto chiamato reminiscence bump, ovvero il fenomeno che ci permetterebbe di ricordare meglio i fatti accaduti in adolescenza piuttosto che quelli in vecchiaia. Quando ci voltiamo a vedere la nostra vita passata sostanzialmente i ricordi sono quasi sempre positivi e sono concentrati in piena adolescenza, al massimo qualche anno dopo. All’università di Leeds hanno in tal modo scoperto che quegli anni sono quelli in cui si afferma la personalità. I ricordi legati a quel periodo diventano importanti per tutta la vita, con essi il tale gioco, la sua musica: sono diventati parte di te, della tua immagine, di come ti percepisci.
Il ricordo spontaneo
Il videogame, o una canzone, compone un ricordo spontaneo (ad es la prima volta che ci abbiamo giocato) e non solo: diventano il film, la colonna sonora, di quelli che percepiamo come gli anni più importanti della nostra vita.
Nella vita siamo cresciuti tutti alla fine, siamo maturati, ci siamo evoluti.. Ma tutto ciò resta una via di fuga per il nostro cervello, una fuga verso la genuina passione di quando eravamo giovani. La nostalgia che inevitabilmente si lega a questi ricordi è un vero e proprio tunnel che ci riporta a quel periodo in cui c’era la gioia, l’emozione di quella esperienza. Alla fine che sia raspberry, che sia una moderna replica di qualcosa di vecchio, che sia l’originale poco importa: il risultato che si ricerca è sempre lo stesso. Con buona pace dell’eterna battaglia “è meglio il vecchio del nuovo”… Un cerchio senza fine, che ad ogni generazione tornerà sempre.
MIC
Chiudo cosigliandovi qualche nostra fatica