Power Spikes: Non si smette mai di imparare
E’ vero, sono lontano dalla scena da un bel po ( ma chi se n’è accorto? Nessuno!), ma questa mia forzata assenza non mi ha impedito di ripercorrere la mia florida gioventù, rigiocando vecchi videogiochi come Power Spikes .
Si torna a scuola!
Ebbene sì, nonostante abbia superato la soglia dei quarant’anni ( ma me li porto bene,garantito), son tornato a “scuola” per rendere più vivace la mia vita.
La Sala Giochi e Mangiafuoco.
Parlando di scuola, ovviamente, il mio pensiero (scontatissimo ma pregno di romanticismo) va a quel periodo: le superiori.
Frequentavo il primo anno di superiori, le sale giochi le trovavi aperte già prima delle scuole (leggende narrano che ci fossero “squadre” che si alternavano per tenerle aperte) e i videogiochi,quelli come Street Fighter II, sempre occupati. Mentre il gestore , per noi Mangiafuoco, allegramente intascava i soldi delle nostre merende.
Power Spikes e la “Magia” con un solo tasto.
Quindi non mi restava girare alla ricerca di un’alternativa che potesse calmare la mia “sete videoludica”. I miei occhi, allora, si posarono su un cabinato lasciato in un angolo a prendere polvere. Incurante del fatto che Mangiafuoco fosse d’accordo o meno, lo accendo. Era un gioco sportivo, di pallavolo, si chiamava Power Spikes.
Pubblicato da VIdeo System e conosciuto in Giappone come Super Volley ’91 (a loro sono legato a un altro gioco quale F-1 Gran Prix I-II sempre per sala giochi) nel 1991, è un gioco dedicato al volley semplice e senza troppe , apparentemente, pretese. Questo ci viene facilitato dall’utilizzo di un solo tasto per alzare, schiacciare e murare. Ma la vera Magia sta nelle combinazioni di attacco coordinando il joystick alla ricezione e all’alzata, prendendo il giusto tempo per sferrare la schiacciata vincente. Inevitabile non menzionare le mitiche battute speciali che hanno contraddistinto Power Spikes: la battuta “fulmine” e quella “illusoria” erano una salvezza nei momenti critici.
Graficamente gradevole con animazioni fluide, Power Spikes strizzava l’occhio al volley nostrano, riproducendo volti noti come Andrea “Lucky” Lucchetta ( erano anni d’oro per la pallavolo italiana).
Mangiafuoco vince ancora.
Alla fine Power Spikes ti catturava per la sua semplicità e quelle poche lire che avevi, ti regalavano momenti di puro svago. Una volta finito il gioco (la vecchia U.R.S.S. non era facile da battere) ti ritrovavi a rigiocare per provare o scoprire nuovi schemi, nuovi modi per mettere in difficoltà gli avversari su battuta.
Ti catturava tanto da non renderti conto che la sala giochi si è già svuotata:si è fatta ora di entrare a scuola. Anche oggi hai vinto tu, Mangiafuoco.
Curiosi?
Oggi è possibile giocare a questa piccola (a mio avviso) perla arcade su dispositivi Android seguendo questa semplice GUIDA.
Bell’articolo, complimenti
Grazie si fa quel che si può